‘Uomini nudi’. L’intensità di un’esperienza dipende da chi la vive
Gli “Uomini nudi” che danno il titolo al romanzo di Alicia Giménez-Bartlett sono i due protagonisti maschili. Il primo è Javier, un giovane laureato in lettere che insegna in una scuola di suore, frequentata da giovani ragazze ricche, dove tiene corsi necessari ma non abbastanza da consentirgli di mantenere la cattedra durante il periodo di crisi che la Spagna sta attraversando. È sposato con Sandra e il loro rapporto, pur in una totale ordinarietà, sembra rodato e duraturo, fino a quando proprio l’equilibrio dell’ordinarietà si spezza a causa del licenziamento di Javier.
Ma la vita è così, viviamo ogni cambiamento come una perdita, e ogni perdita è dolorosa.
Accanto a Javier c’è Ivàn, un giovane rozzo, poco acculturato e con un passato discutibile; i due si incontrano per la prima volta durante una visita che Javier fa a sua nonna e si rivedono al funerale della nonna di Ivàn. Tra i due si instaura subito un rapporto, all’inizio strano e via via sempre più solido, sincero e complice in nome del quale Ivàn, per aiutare il disoccupato Javier, gli propone di entrare a far parte della compagnia di spogliarellisti nella quale lui lavora già da tempo.
Di fianco ai due uomini, la Giménez-Bartlett, mette Irene figlia unica di un grande imprenditore che, orfana di madre, vive tutta la sua vita nel mito della figura paterna, condizionamento totale di tutte le sue scelte, private e professionali. È per compiacere il padre che decide di lavorare nell’azienda di famiglia e di sposare David, avvocato ambizioso che diventa un punto di riferimento legale e un collaboratore prezioso per l’azienda. Come per Javier, anche per Irene l’equilibrio a un certo punto si spezza. La morte del padre la pone di fronte alla perdita del marito che si innamora di una donna molto più giovane e attraente di lei e al progressivo fallimento dell’impresa paterna che lei non riesce a traghettare in modo efficace attraverso la forte crisi economica del momento.
A un certo punto, proprio nel locale degli uomini nudi le vite di Javier e Ivàn incrociano quella di Irene in un crescendo di eventi e situazioni che porteranno a una soluzione finale sorprendente e del tutto inaspettata.
Quando sei con un uomo, qualunque sia il rapporto che hai con lui, sei sempre costretta a ricordarti che è un uomo, a trattarlo con un certo riguardo, a mostrarti come non sei. Con quei ragazzi, invece, mi sentivo perfettamente tranquilla, non mi importava chi erano e neppure perché erano con noi.
Alicia Giménez-Bartlett scrive un romanzo lungo e ben strutturato. Le voci dei protagonisti si alternano nella narrazione e raccontano il proprio punto di vista al lettore che, in questo modo, riesce a entrare nella vita di ognuno di loro. Le vicende dei tre protagonisti si intrecciano e creano situazioni condivise, ma la realtà è che “Uomini nudi” ci mette di fronte a tre solitudini caratterizzate da grandi difficoltà relazionali e affettive. Sono circondate da un vuoto che le porta alla trasgressione più totale, nonostante tutte, a modo loro, siano in cerca dell’esatto contrario: della normalità, rappresentata da prospettive di vita accettabili e più appaganti di quelle vissute fino a ora.
Javier, fermo restando che il suo sogno è poter tornare a insegnare, vorrebbe solo trovare un lavoro “normale” che gli permettesse di mantenersi in modo dignitoso.
Ivàn, consapevole delle proprie (im)possibilità, si è creato una situazione nella quale, senza troppi scrupoli, riesce ad affermarsi e a ricavare quanto gli serve per vivere secondo uno standard che lo fa sentire a suo agio.
Irene, secondo me, è la vera protagonista che, in questa nuova realtà, proprio non riesce a ritrovare un equilibrio. Si rende conto di avere sbagliato tutto nella vita, di avere fatto scelte sempre e solo per soddisfare le aspettative del padre senza mai ascoltarsi veramente. Irene, dopo la perdita del padre, evento che nella sua esistenza distingue un ‘prima’ e un ‘dopo’, paga un prezzo emotivo altissimo: i suoi soldi sono in grado di procurarle qualsiasi cosa, ma non possono in nessun modo colmare il vuoto affettivo che aveva creduto di poter tenere a bada attraverso la carriera lavorativa e l’approvazione sociale.
“Uomini nudi” è la storia di Javier, Ivàn e Irene che si incontrano e che cercano di aiutarsi ad affrontare le proprie difficoltà; ciascuno a modo suo, prova a costruire una alternativa a un passato che si è rivelato una grande finzione, portata avanti più per abitudine che per reale convinzione.
Il titolo Uomini nudi può essere interpretato in senso letterale, pensando a Javier e Ivàn, ma anche (e soprattutto) metaforico: in questa storia, tutti i protagonisti sono nudi di fronte alle scelte compiute, ai fallimenti subiti, all’incapacità di reagire se non in modo sproporzionato e poco funzionale alla costruzione, finalmente, di una dimensione autentica e appagante. In senso ancora più ampio, tutti noi, se decidiamo di ascoltarci veramente, siamo nudi di fronte ai nostri sentimenti e alle nostre scelte, giuste o sbagliate che siano.
Alicia Giménez-Bartlett è molto brava a raccontare le vite dei protagonisti dal punto di vista della loro psicologia, indagata con cura e senza nessuna invadenza giudicante. L’autrice ci restituisce uno spaccato delle loro vite attraverso una struttura narrativa intelligente ed equilibrata. I dialoghi sono efficaci e costruiti con cura; è attraverso l’alternanza dei dialoghi dei protagonisti tra di loro e di ciascuno con se stesso, che riusciamo a vivere le loro storie accanto a loro e a provare le stesse sensazioni. “Uomini nudi” racconta uno spaccato di vita credibile, descritto con attenzione, essenzialità e anche con un pizzico di ironia.
A. Giménez-Bartlett, Uomini nudi, Sellerio, 2016, pp. 440, € 16.00 (trad. M. Nicola)