Un adulterio. Mentire, tradire, ingannare, non farsi bastare la vita, perché?
“Mentendo ai loro coniugi e forse anche a se stessi, i due protagonisti di questa storia rubano un fine settimana alla vita ordinaria, per consumare una passione nata da poco. A fine estate si imbarcano su un aliscafo che li porterà su un’isola dove il tempo è fermo e aspetta solo che gli amanti tocchino terra per animarsi.”
Edoardo Albinati racconta “Un adulterio” e non L’adulterio. Nulla di esemplare, straordinario, unico, irripetibile, ma un episodio qualsiasi che coinvolge due persone qualsiasi.
Erri e Clem si conoscono da poco e decidono di consumare la loro passione. Non c’è nessun giudizio nei confronti di questa decisione, nessuna valutazione. Solo il racconto di una storia che si svolge dal venerdì alla domenica. Per non dare nessuna giustificazione a questo adulterio, Albinati non immagina i due protagonisti infelici e frustrati nelle loro rispettive dimensioni coniugali, anzi. Sia Clementina che Erri potrebbero benissimo fare a meno di questa avventura, di questo adulterio, perché nessuno dei due ha la necessità di cercare altro.
L’unico motore che li spinge momentaneamente fuori dalla loro quotidianità è l’irresistibile lusinga che deriva dal rendersi conto di poter piacere a qualcun altro. Nessuno dei due vuole rinunciare a questo momento di auto compiacimento che, ribadisco, non è per nulla necessario.
Anche il titolo non è casuale. Adulterio è termine tecnico che indica la violazione dell’istituto del matrimonio che, tra l’altro, la riforma del diritto di famiglia ha declassato da reato a causa di separazione personale dei coniugi. Di Erri e Clem Albinati non racconta tutto, ma solo lo stretto necessario; sappiamo poco e niente della loro vita di tutti i giorni se non che tutto sommato è felice. Vediamo solo alcune istantanee di questo tradimento, che desiderano al punto da mettere a rischio la loro quotidianità, ma che sanno che non avrà nessun seguito, proprio grazie alla realtà delle loro vite alla quale non sono disposti a rinunciare. Per certi aspetti una situazione paradossale, per altri una storia ordinaria, nella quale Erri e Clem sanno perfettamente che
“tutto ciò non si sarebbe ripresentato, mai più così, e mai più a loro, e mai più in quella insostenibile semplicità.”
Una relazione che nasce in modo casuale, ma che forse è più corretto definire un adulterio; una passione molto fisica, a tratti travolgente, ma che si percepisce sempre destinata a durare (solo) il tempo di quel fine settimana in cui i due protagonisti decidono di trasgredire alle regole.
Amore e passione possono coesistere, ma anche non. Un adulterio può avere la propria ragion d’essere in una relazione infelice, ma anche non.
“Mentire, tradire, ingannare, non farsi bastare la vita, perché?”
Albinati non dà la risposta, ma la sua risposta così come ciascun lettore ha la possibilità di fare.
Come non interessa all’autore, nemmeno a me interessa giudicare, ma posso affermare con sicurezza che per me l’amore è un legame affettivo e, come tale, ha bisogno di condivisione, progetti, stabilità, complicità, empatia e, senza nessun dubbio, di fedeltà reciproca. Amare significa rispettare, condividere, emozionare ed emozionarsi, non certo mentire, ingannare, tradire.
E. Albinati, Un adulterio, RIzzoli, 2017, pp. 128, € 16.00