La ragazza di Marsiglia. Chi è questa oscurata eroina del Risorgimento?
“La ragazza di Marsiglia” di cui scrive Maria Attanasio è Rosalia Montmasson. Una donna di cui quasi nessuno sa nulla, perché è letteralmente scomparsa dai libri di storia. Rosalia è l’unica donna ad aver preso parte alla spedizione dei Mille con l’autorizzazione di Garibaldi in persona. È stata per anni la moglie di Francesco Crispi che la considerava a tutti gli effetti la sua ispiratrice.
Rosalia Montmasson occupa la posizione 338 nel Catalogo dei Mille, la galleria fotografica degli eroi dell’impresa garibaldina. Poi, all’improvviso, più nulla. Scompare dalla vita di Fransuà (come lei affettuosamente chiamava Crispi), scompare dai documenti ufficiali, e da qualsiasi manuale di storia.
Se possiamo conoscerla è solo merito dell’autrice che ha compiuto una ricerca certosina e instancabile per recuperare la memoria dell’ennesima donna che ha avuto un ruolo importante nella storia, ma che la storia stessa non ha voluto riconoscere e far conoscere. Rosalia ha conosciuto Crispi per caso, se ne è innamorata ed è rimasta al suo fianco per più di vent’anni. Non un ventennio qualsiasi, ma quello che ha portato all’unità d’Italia della quale si è resa protagonista non solo ideologica. Gli ideali e le azioni della cospirazione risorgimentale avevano unito Rosalia e Fransuà in un modo che sembrava indissolubile. Gli ideali mazziniani che li avevano uniti sono gli stessi che hanno decretato la fine del loro matrimonio e la scomparsa della Montmasson dalla storia. Crispi disattende gli ideali per i quali aveva combattuto, Rosalia non accetta il tradimento politico del marito.
Per Crispi diventa una presenza scomoda al punto da creare le condizioni per farla letteralmente cancellare dalla sua vita sia privata che pubblica, condannandola a non essere menzionata nella storia del Risorgimento e nella storia in generale.
Maria Attanasio si è appassionata alla vita di questa donna ribelle a qualsiasi condizionamento e incapace di sopportare ogni sudditanza. Rosalia Montmasson è una figura rivoluzionaria dal temperamento incredibile, una donna che dimostra come la storia non sia solo “roba da uomini”.
È un esempio di coraggio e di coerenza, una dimostrazione di come la determinazione nel perseguire i propri ideali possa trasformare chiunque in un protagonista attivo di ciò che accade e, soprattutto, di ciò che si vuole che accada.
Crispi, uomo di governo, rinnega gli ideali mazziniani per i quali aveva lottato; Rosalia rimane fedele e questo le costa la condanna a scomparire dalla storia, ma a lei non importa.
La sua integrità e la sua coerenza vengono ben prima della gloria, che non sarebbe tale se ottenuta tradendo se stessa e le proprie convinzioni.
Della ricostruzione di Maria Attanasio mi piace molto l’idea di una storia del Risorgimento al femminile. Qualcuno può obiettare che una donna sola è poca per parlare di ‘un’altra prospettiva della storia’. Resta il fatto che Rosalia Montmasson è stata determinante per tutto il tempo che è rimasta al fianco di Francesco Crispi. Ne è dimostrazione il fatto che per liberarsene Fransuà non ha potuto fare altro che negare la validità del loro matrimonio, altra grande dimostrazione di incoerenza e di incapacità di assumersi le proprie responsabilità. La storia ce lo racconta come un grande uomo, ma il confronto con “la ragazza di Marsiglia” apre le porte per una lettura un po’ diversa.
M. Attanasio, La ragazza di Marsiglia, Sellerio, 2018, pp. 386, € 15.00