Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo
Beau Lotto è un neurobiologo che scrive un saggio a dir poco sorprendente. “Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo” parte da una premessa basilare:
“non abbiamo accesso alla realtà, percepiamo la versione della realtà che ci è più familiare e spesso per fare bella figura”. In altri termini “ciascuno di noi è l’unico che vede ciò che vede, quindi la percezione è in ultima istanza qualcosa di personale”.
Nessuno di noi ha davvero accesso alla realtà come essa è, già solo per il fatto che non percepiamo tutto ciò che è possibile percepire, ma solo quella piccola parte che i nostri occhi vedono e alla quale il cervello tenta di dare un senso. Ma la cosa bella è che
“il non vedere la realtà è fondamentale per la nostra capacità di adattamento”.
Se vedessimo le cose come sono, il nostro cervello non avrebbe nulla da fare, dal momento che il suo compito principale è cercare di dare un senso a informazioni che intrinsecamente ne sono prive, con l’obiettivo di risolvere il problema dell’incertezza e garantirci la sopravvivenza.
Alla luce di ciò, noi viviamo in una illusione che siamo però in grado di riconoscere, studiare e comprendere. Già la consapevolezza di questa condizione è un punto di partenza utile per uscire da una condizione che altrimenti sarebbe totalizzante e completamente deresponsabilizzante. Siamo obbligati a partire da quelli che Lotto chiama assunti, ovvero i punti di partenza, la situazione nella quale ci troviamo. Ciascuno di noi è immerso in una realtà, in un contesto a cui dà delle interpretazioni che derivano dalle esperienze pregresse. Il compito di ciascuno diventa quindi comprendere il perché della realtà conosciuta in modo tale da poter “espandere lo spazio del possibile”. Che è ciò che fa la creatività.
Lotto definisce la creatività come un processo creativo, solo se guardata dall’esterno.
“Se impariamo ad usare gli strumenti che sono già presenti nel nostro cervello per modificare il passato del nostro futuro con dei perché opportunamente mirati, saremo in grado di cambiare quel ‘destino’ che alcuni non riescono a trasformare.”
La creatività è ciò che permette di dare significati nuovi ad esperienze consolidate, ma richiede l’umiltà di mettere in discussione le nostre certezze, i nostri preconcetti, e il coraggio di affrontare proprio ciò che il cervello tenta in tutti i modi di evitare, ovvero l’incertezza, il dubbio.
Questo è il segreto, smettere di guardare ciò che appare ovvio per rivolgere la propria attenzione a ciò che lo sembra meno. L’abitudine è la condizione che ci impedisce di dare significati diversi a situazioni analoghe. È ciò che ci impedisce di mettere in discussione le nostre certezze e allargare gli orizzonti interpretativi della realtà che ci circonda.
Si potrebbe dire che occorre imparare a guardare la realtà con occhi diversi, ben sapendo che questo significa passare da un’illusione a un’altra. Ma direi che ne vale la pena comunque.
B. Lotto, Percezioni. Come il cervello costruisce il mondo, Bollati Boringhieri, 2017, pp. 332, € 25.00