Ogni cosa è da lei illuminata
‘Ogni cosa è da lei illuminata’ è il titolo del primo libro che leggo di Annemarie Schwarzenbach e che mi ha letteralmente conquistata.
Vedere una donna: solo per un secondo, solo nel breve spazio di uno sguardo, per poi perderla di nuovo, da qualche parte, nell’oscurità di un corridoio, dietro una porta che non ho il diritto di aprire –
ma vedere una donna, e sentire nello stesso istante che anche lei mi ha vista, che i suoi occhi si fissano su di me, interrogativi, come se dovessimo incontrarci sulla soglia dell’ignoto, questa frontiera oscura e malinconica della coscienza…
Un incipit che racconta due sguardi che si incrociano e generano un colpo di fulmine.
Due donne che, in silenzio, si guardano solo per un secondo: un attimo che cambierà la vita dell’autrice per sempre. L’intera narrazione, che occupa poco più di sessanta pagine, racconta ciò che accade dopo quell’attimo. La giovane donna protagonista, voce narrante e alter ego dell’autrice, ha come obiettivo rintracciare, rivedere e conoscere quella donna con “indosso un cappotto bianco” incontrata per caso “nell’ascensore di un lussuoso albergo sulle Alpi svizzere” in cui alloggiano tutte e due. Annemarie scopre quasi subito che la donna da cui ogni cosa è illuminata è Ena Bernstein: a presentargliela è un anziano signore che intuisce la forza dell’attrazione che lega le due donne prima ancora che si conoscano. Nonostante cerchi di avvertire la giovane che Ena
possiede una forza, una passionalità, alla quale le persone forti soccombono proprio a causa della loro forza, così come quelle deboli a causa della loro debolezza,
sa che quell’incontro è ineluttabile, perché
in quanto spettatore della vita ho imparato a non considerare le strade del futuro come qualcosa di casuale, ma come la manifestazione necessaria di una lunga preparazione interiore.
Le due donne si incontrano la prima volta per poco più di un attimo, si perdono per un lungo periodo e poi…
‘Ogni cosa è da lei illuminata’ non è un romanzo d’azione. Dal punto di vista fattuale non succede quasi niente. Tutto – e non è poco – accade nell’interiorità dell’animo e del cuore della protagonista. Annemarie Schwarzenbach descrive in modo magistrale la conflittualità dell’innamoramento: coraggio e paura, attrazione e inquietudine, determinazione e arrendevolezza, coraggio e vigliaccheria. L’irrazionalità del desiderio prende il sopravvento sulla ragione e il pensiero di Ena diventa inevitabile, l’unica ragione di vita e il motore di qualsiasi azione di Annemarie, che nel romanzo non ha nome.
È, senza dubbio, un testo rivoluzionario, soprattutto se si pensa che, trovato e pubblicato postumo nel 2007, è stato scritto agli inizi del ’900 quando l’amore omosessuale era un vero e proprio tabù.
Il merito della riscoperta di questo romanzo è di Alexix Schwarzenbach, pronipote della scrittrice che, dopo aver ritrovato il manoscritto, decide di darlo alle stampe. Il titolo originale ‘Eine frau zu sehen’ coincide con le prime tre parole del romanzo: vedere una donna. Un titolo che, senza nulla togliere alla bellezza della poetica traduzione in ‘Ogni cosa è da lei illuminata’, è molto più incisivo, perché dichiara subito, ancora prima che il romanzo inizi, l’azione che cambia il destino delle due donne protagoniste di questa vicenda e che costituisce il punto nodale della trama, l’essenza del racconto.
Lo stile narrativo è chiaro e deciso: c’è poco spazio per i non detti riconducibili alla paura di una situazione insolita per i tempi in cui l’autrice vive, ama e scrive. Possiamo definirlo un vero e proprio coming out nel quale i sentimenti e le emozioni vengono descritti con una grande forza visiva che prende per mano il lettore e lo conduce nello stesso lussuoso albergo sulle Alpi svizzere, dove tutto ha inizio. ‘Ogni cosa è da lei illuminata’ è quasi un album di fotografie, ognuna delle quali immortala un momento significativo e necessario della storia.
A. Schwarzenbach, Ogni cosa è da lei illuminata, il Saggiatore, 2012, pp. 50, € 10.00 (trad. T. D’Agostini)