Ogni coincidenza ha un’anima
“Ogni coincidenza ha un’anima” è un verso meraviglioso del poeta brasiliano Álvarez De Azevedo che Fabio Stassi sceglie come titolo del suo libro. È il secondo che ha come protagonista Vince Corso, un insegnante “precario più per nascita e vocazione esistenziale che per condizione sociale” che decide di diventare biblioterapeuta.
Si rivolge a lui una donna sessantenne, Giovanna, che ha un fratello malato di Alzheimer, Fabrizio. Una malattia terribile che si sta portando via tutto ciò che aveva reso quell’uomo un sinologo di fama mondiale, un amante delle lingue, un lettore instancabile e un collezionista maniacale di volumi di inestimabile valore: la memoria. Nel disastro della sua inesorabile malattia, continua a ripetere una sequenza di parole apparentemente senza senso e senza alcun nesso logico che le unisca.
Ciò che la donna chiede al biblioterapeuta Vince è scoprire a che libro appartengano, per poterlo leggere un’ultima volta al fratello. O almeno così dice.
“Se avessi perso tutto, e ti venisse concesso di salvare un solo ricordo, quale sceglieresti?”.
Sarebbe questa la prima domanda che, se potesse, Vince rivolgerebbe a Fabrizio. Perché questo deve essere il motivo per cui quella sequenza di parole continua a essere l’unica che riesce ancora a ripetere con la rabbia di un leone che combatte una lotta dalla quale non può uscire vincitore.
“Le parole generano milioni di piste, Vince, ma se accosti quelle giuste e le sai interrogare, trovi sempre una strada”
In questa frase la strategia di indagine con la quale Vince decide di accettare la sfida proposta da Giovanna, ma non per aiutare la sua committente, quanto piuttosto per salvare il fratello ammalato, per restituirgli quella dignità e quella autorevolezza di cui la patologia lo sta privando con una sorta di contrappasso dantesco, del tutto immeritato.
“Ogni coincidenza ha un’anima” racconta la risoluzione di un enigma, ma è molto di più. È una storia di vita, di passioni, di sentimenti a volte sinceri a volte meno. È un romanzo in cui le relazioni sono indagate e messe a nudo seguendo le regole del romanzo giallo. È una difesa del miracolo della lettura; è la difesa della cultura, come rifugio da una realtà sempre più difficile da decifrare; è un viaggio attraverso la letteratura che ci rende migliori.
“Ogni coincidenza ha un’anima” significa in realtà che tutte le coincidenze sono legate tra di loro e hanno un senso profondo, così come
“ogni libro contiene tutti i libri che ha letto il suo autore, e forse anche tutti quelli che hanno letto i suoi lettori”.
Vince Corso ama le parole e cura se stesso e i suoi pazienti con i libri che sono fatti di parole.
Leggere è un’azione sovversiva, una protesta permanente contro l’infelicità e l’ingiustizia e
“poiché non potremo leggere tutto, la letteratura si riassume ogni volta per intero nel romanzo che abbiamo in mano”.
Vincenzo ha dedicato tutta la sua vita alla bellezza della parola scritta in tutti i modi e in tutte le lingue ed è la dimostrazione di come questa bellezza riesca a conficcarsi nella profondità della nostra anima al punto da non andarsene nemmeno quando la malattia fa di tutto per portarcela via. Ecco perché Vince sa che svelare questo enigma, prendendosi cura di poche parole superstiti, è l’unico modo per consentire a Vincenzo di continuare ad esistere.
La bellezza delle parole e la loro potenza descrivono la nostra storia e il nostro destino.
F. Stassi, Ogni coincidenza ha un’anima, Sellerio, 2018, pp. 279, € 14.00