Novella degli scacchi
“Novella degli scacchi” è l’ultimo racconto scritto da Stefan Zweig prima del suicidio, ispirato ai suoi ultimi giorni di vita, durante i quali l’unica distrazione a sua disposizione era proprio una scacchiera. Il racconto è ambientato su una nave passeggeri in viaggio da New York a Buenos Aires, sulla quale viaggiano i protagonisti di questa storia: il campione mondiale di scacchi Mirko Czentovic e il Dr. B, un uomo dotato di grandissima intelligenza, silenzioso e schivo. I passeggeri della nave, attratti dall’idea di sfidare il campione del mondo in una partita a scacchi, in realtà, non saranno in grado di tenere testa a Czentovic fino all’arrivo del misterioso Dr B.
“Chi è lo sconosciuto in grado di tenere testa al grande Czentovic, il campione del mondo di scacchi? Dice il vero, quando sostiene di non giocare da più di venti anni? Quale mistero nasconde in realtà quest’enigmatico giocatore?”
La partita a scacchi tra il campione e il resto dei passeggeri è in realtà un pretesto, un espediente narrativo, per raccontare la storia del Dr B che è il vero protagonista di tutta la vicenda. Di origine ebraica, titolare di uno studio legale, a causa delle leggi razziali viene arrestato e confinato in una camera d’albergo in una solitudine totale, pervasiva e totalizzante, che descrive in modo perfetto così:
“Ma nessuno è in grado di descrivere, di misurare, di dimostrare, né ad altri né a se stesso, quanto può essere lungo un tempo fuori dal tempo e dallo spazio, né può spiegare come ti corrode e ti distrugge questo niente, niente e ancora niente intorno a te, quest’esserci sempre e soltanto un tavolo e un letto e un catino e una tappezzeria, e sempre quel silenzio, sempre la stessa guardia che spinge il cibo dentro la stanza senza neanche guardarti, sempre gli stessi pensieri, che vorticano su se stessi in mezzo al nulla sino a condurti alla follia.”
È in questa situazione di isolamento che gli scacchi diventano la sua unica ancora di salvezza per cercare di sopravvivere e di non impazzire. Le 150 partite contenute in un libro rubato a un ufficiale, diventano la sola compagnia alla quale aggrapparsi, compagnia che ben presto sfocia in ossessione.
La voce narrante è quella dell’autore e gli scacchi sono lo strumento attraverso il quale Zweig compie una analisi molto acuta dello stravolgimento culturale nel quale si trova coinvolto suo malgrado, senza riuscire a rassegnarsi. Czentovic è un rozzo ignorante la cui unica dote è proprio la genialità di fronte alla scacchiera. Di contro, il Dr B è uomo coltissimo per il quale gli scacchi rappresentano l’unico appiglio in un momento di vuoto assoluto imposto dalla storia. Il campione mondiale non è in grado di giocare senza avere una scacchiera fisica, il Dr B ha imparato a giocare simulando tutto nella sua mente. Czentovic ha solo gli scacchi, mentre per il resto è totalmente incapace; il Dr B li usa come rifugio quando gli viene tolto tutto, quel tutto che fa di lui un uomo completo. Stefan Zweig racconta di sé e dell’evoluzione dei tempi attraverso le regole degli scacchi, che definire un gioco, rende “colpevoli di un’offensiva limitazione”. Zweig definisce gli scacchi “Un’architettura senza sostanza”, che esiste solo nell’immaginazione, così come senza sostanza sono per lui i grandi scacchisti come Czentovic incapaci di qualsiasi altra cosa. Al di là di come vada a finire la partita che i due giocano sulla nave, che mi guardo bene dal raccontarvi, è evidente che l’autore fa il tifo per il Dr. B nel quale si identifica e che per lui rappresenta l’insieme dei valori sociali e culturali da difendere contro il nuovo che avanza.
Questa novella è composta con grande chiarezza, precisione formale ed essenzialità. Zweig scrive in modo che non ci sia nulla di più di ciò che serve. Tutte le parole che compongono il racconto sono indispensabili al fluire della narrazione. Ogni singolo vocabolo è scelto con cura quasi maniacale, perché l’impianto complessivo è costruito in modo da consentire al lettore di vivere le sensazioni di chi racconta. Nella “Novella degli scacchi” le atmosfere, le sensazioni e gli stati d’animo si susseguono secondo un ritmo che è esso stesso parte integrante del tutto. Da un lato della scacchiera l’ansia, il senso del vuoto, la pazzia pronta a prendere il sopravvento nella mente del Dr B; dall’altro lato il vuoto oggettivo della pochezza sociale e culturale di Czentovic, baciato dalla fortuna, prodigioso nel gioco, ma non certo personaggio invidiabile, da proporre come esempio.
Ho apprezzato molto il fatto che Zweig scelga il libro come oggetto della salvezza del Dr B e la lettura come l’unica attività da opporre all’immobilità alla quale è costretta le mente nel periodo della prigionia.
Un autore di rara sensibilità, capace di raccontare e raccontarsi in un modo che è difficile trovare in altri autori.
S. Zweig, Novella degli scacchi, Einaudi, 2015, pp. 82, € 9.50 (trad. E. Ganni)