Il Natale di Poirot
“A Natale predomina uno spirito di buona volontà. Come dite voi, è una cosa d’obbligo. Si appianano le liti, le persone che non vanno d’accordo acconsentono a fare la pace ancora una volta, anche se solo temporaneamente… in queste condizioni, anche voi, amico mio, dovete ammettere che tutto questo provoca una grande tensione. Persone che ‘non provano niente’ l’una per l’altra, si sforzano di ‘mostrarsi piene di affetto’… A Natale per me c’è solo una grande “ipocrisia”, un’ipocrisia onorevole, un’ipocrisia pour le bon motif, c’est entendu, ma comunque ipocrisia … Sono io ad affermare che in certe condizioni, quali lo sforzo psichico o un malaise, un malessere fisico, è molto probabile che piccole antipatie o disaccordi, che prima erano cose da poco, possano all’improvviso assumere un carattere molto più serio. Il fingersi più premuroso, più indulgente, più gentile e nobile di quanto si sia in realtà, prima o poi finisce col far sì che la persona si comporti in modo più indisponente, più antipatico e, in definitiva, più aggressivo di quanto essa sia veramente. Se sbarrate il flusso del comportamento naturale, prima o poi, mon ami, la diga crollerà provocando un cataclisma.”
Una lunghissima citazione questa nella quale chi parla è Hercule Poirot che esprime così la sua percezione dello spirito natalizio. Ovviamente Poirot parla per sé, ma interpreta il pensiero di Agatha Christie, la scrittrice alla quale deve, letteralmente, la sua esistenza. Ed è proprio a supporto dell’opinione di Poirot che è congegnata la trama di questo giallo, “Il Natale di Poirot” ambientato nel periodo natalizio, la vigilia di Natale per la precisione, a casa del vecchio Simeon Lee, marito e padre tutt’altro che esemplare, dove lo stesso Simenon Lee ha deciso di invitare tutti i figli e i nipoti in una riunione familiare che, come è ovvio, sfocia in tragedia.
Il vecchio viene trovato ucciso in una stanza chiusa dall’interno e tutti i presenti, nessuno escluso, hanno di fatto un movente che li potrebbe aver trasformati nell’assassino.
Sto per fare una affermazione ovvia e scontata, ma Agatha Christie è davvero la signora del giallo, almeno per quanto mi riguarda.
“Il Natale di Poirot” è scritto nel 1939 e continua, dopo più di settant’anni, a tenere noi lettori incollati alle pagine. Tutti i personaggi entrano in scena subito all’inizio e ciascuno di loro è descritto e caratterizzato in modo dettagliato, quasi che l’autrice volesse presentarceli di persona. Hanno caratteristiche e storie diverse, tutte necessarie all’ingranaggio della trama. Quando tutti gli attori sono in scena, allora inizia a salire la tensione e quanto più delimitato e angusto è lo spazio all’interno del quale si muovono e agiscono i personaggi, tanto più il lettore si ritrova con il fiato sospeso e ha un’unica alternativa possibile, continuare a leggere fino alla fine. Quasi mai chi legge riesce a risolvere il caso prima dell’investigatore belga; ci si lancia in congetture, si prova ad immedesimarsi nel ruolo di Poirot, si cerca di ragionare con la sua testa e con il suo acume, ma puntualmente le ipotesi si dimostrano errate e il colpevole è sempre un altro.
Credo che proprio in questo stia la maestria dell’autrice. In questo caso, la trama di fatto è semplice: una stanza chiusa, all’interno della quale si ritrovano, loro malgrado, persone che non vanno d’accordo e che, spontaneamente, non avrebbero mai accettato di ritrovarsi in questa situazione. Il promotore di questa realtà, tanto improbabile quanto pericolosa, diventa la vittima e tutti gli altri potenziali assassini. Tutto qui. Allora le domande sono: “Perché chi legge non riesce mai a risolvere il caso prima di Poirot?”; “Come fa l’autrice a costruire una trama e inserire all’interno tutti i ‘depistaggi’ che le garantiscono che il lettore non arrivi alla soluzione se non quando lei lo decide e cioè sempre dopo il suo fidatissimo Poirot?”. Il bello di questi gialli non è solo la suspence, ma anche il modo in cui i fatti vengono raccontati, i personaggi descritti, il lettore coinvolto. Lo ammetto, non ho mai scoperto il colpevole prima di Poirot, ma non mi stanco mai di appassionarmi di fronte a questi delitti che mi capita anche di rileggere nonostante, dopo la prima volta, io sappia esattamente come va a finire!
Agatha Christie, Il Natale di Poirot, Mondadori, 2017, pp. 209, € 11.50