Lettera di una sconosciuta
Quando il famoso romanziere R. Rientrò a Vienna una mattina di buon’ora, rinvigorito da una gita di tre giorni in montagna, e comperò un quotidiano alla stazione, non appena posò di sfuggita lo sguardo sulla data si ricordò che era il giorno del suo compleanno.
E proprio quel giorno, in mezzo a tutta la corrispondenza arrivata durante la sua assenza, trova, una specie di regalo di compleanno, la ‘Lettera di una sconosciuta’. L’intestazione, quasi una dedica, è
«A te, che non mi hai mai conosciuta».
L’autrice di questa lettera è una donna, innamorata di lui fin da bambina – erano vicini di casa – che non ha mai trovato il coraggio di rivelargli il suo sentimento segreto. Un amore assoluto e a senso unico; la reciprocità, se mai ci fosse stata, sarebbe stata possibile solo se la sconosciuta avesse avuto il coraggio di rivelare il suo sentimento. La donna, che racconta in prima persona attraverso la lettera, non ha nome, così come non ce l’ha il famoso romanziere di cui conosciamo solo l’iniziale R.
La domanda è:
Ma perché raccontarti tutto ciò, questa follia, questa furia contro sé stessi, il tragico e disperato fanatismo di una bambina trascurata, perché raccontarlo a qualcuno che non l’ha mai immaginato, che non ne ha mai saputo nulla?
Nelle pagine della lettera “vergate in fretta in una nervosa calligrafia femminile” c’è la risposta che ovviamente mi guardo bene dal rivelare. Ma il vero grande rammarico della sconosciuta non sta in questo amore nascosto, lungo tutta una vita e vissuto a senso unico; il vero dolore della donna sta nel non essere mai stata riconosciuta nelle poche occasioni di incontro che i due protagonisti hanno avuto. Non appare mai disperata o arrabbiata, ma sempre lucida e consapevole.
Permettimi, amore mio, di raccontarti tutto, tutto dal principio; ti prego, non stancarti di dovermi ascoltare per un quarto d’ora, di ascoltare chi per una vita intera non si è mai stancata di amarti.
Lei, ragazza qualsiasi, scrive una lettera struggente e appassionata a un uomo famoso per il quale la dedizione è stata totale e incondizionata.
Stefan Zweig pone l’accento su due aspetti decisivi della storia d’amore che la lettera racconta: la dedizione della donna e l’incapacità dello scrittore R. di rendersi conto di quanto gli stava accadendo. E di questi, il più incredibile secondo l’autore è proprio il secondo. A Zweig e anche a noi lettori sembra impossibile che un uomo non si renda conto di essere l’oggetto di un amore incondizionato che dura tutta una vita; di un amore che, pur avendo avuto pochissime occasioni per essere vissuto, è stato caratterizzato da incontri di grande intensità e non privi di conseguenze importanti, come si apprende dalla lettura della lettera. Zweig in ‘Lettera di una sconosciuta’ mette in evidenza come donne e uomini non abbiano la stessa capacità di sentire e percepire ciò che accade loro: le prime sono capaci di profondità, intensità e costanza che per i secondi non sono praticabili e nemmeno immaginabili.
Un amore lungo una vita che potrebbe apparire inspiegabile, ma che forse proprio per questo è vero amore. O forse no.
S. Zweig, Lettera di una sconosciuta, Adelphi, 2009, pp. 83, € 10.00