La guardarobiera: è sempre possibile distinguere vita e recitazione?
Londra, gennaio 1947. È un inverno freddissimo e, nonostante la guerra sia finita già da due anni la città è distrutta e fatica a superare i danni e lo sconvolgimento provocati dal conflitto mondiale. Uno dei più amati attori di teatro, Charlie Grice, muore in circostanze misteriose e questo getta la moglie Joan, la guardarobiera del teatro, in una condizione di sconforto totale. Per superare lo shock della perdita, Joan e la figlia Vera decidono di assistere alla prima replica dello spettacolo del marito, in cui un altro attore ne assume il ruolo. L’attore assomiglia talmente tanto al marito, che la vedova decide di conoscerlo. Ne diventa prima amica, poi amante, dando vita ad una relazione in cui si alternano una profonda attrazione e il tentativo di far rivivere il marito nel suo sostituto. Joan, la guardarobiera, è trascinata in un vortice, ai limiti dell’allucinazione, nel quale scoprirà un terribile angosciante segreto che riguarda il marito.
Joan è una donna “di straordinaria bellezza”, innamorata, che non si rassegna alla perdita del marito e che vive sentimenti al limite. Ama in modo pericoloso e si fa fagocitare dalle sue stesse passioni. Il tentativo di elaborazione del lutto, passa attraverso la volontà di continuare a far vivere il marito nei panni di un altro; non ama un altro uomo, ma ama il fantasma del marito che ritrova nell’attore che lo sostituisce a teatro e quindi anche nella vita. McGrath compie un’operazione straordinaria e geniale ambientando l’intera vicenda all’interno di un teatro.
I personaggi del libro svolgono un ruolo nel romanzo e uno nella rappresentazione teatrale nella quale sono impegnati. Sono personaggi due volte, indossano costumi e recitano delle parti. Lo stesso McGrath sostiene che
“nessuno ha una vera faccia. Siamo animali sociali. Indossiamo costumi e recitiamo parti, e non riposiamo mai se non nel sonno. Ci mostriamo diversi a seconda delle situazioni e della compagnia. Il mondo è un palcoscenico. Siamo solo attori. Qualcuno recita anche nei sogni”
Il gioco delle parti è destinato a insinuarsi talmente in profondità, che la guardarobiera non distingue più ciò che è reale dall’immaginazione e questo la porta alla perdita della lucidità.
Joan fa un lavoro perfetto per la costruzione dei personaggi.
È la guardarobiera in grado di costruire qualsiasi costume, qualsiasi abito di scena o di vita. Veste le persone e le rende personaggi ed è convinta che nei costumi di scena e di vita abitino gli spiriti di coloro che li indossano.
Una finzione di pirandelliana memoria, per certi aspetti.
La recita di una tragedia teatrale, all’interno della tragedia della vita, ambientata nella tragedia di uno scenario, Londra, in cui la guerra è davvero finita?
Un romanzo delle passioni, al limite della follia, che non delude. Un altro capolavoro di Patrick McGrath
P. McGrath, la guardarobiera, La nave di Teseo, 2017, pp. 438, € 19.00 (trad. C. Prosperi)