Idda. L’amore sopravvive all’oblio

Idda” è l’ultimo romanzo di Michela Marzano. Un romanzo al femminile che racconta la storia di due donne, Alessandra e Annie, Idda appunto.


“Alessandra è una biologa che insegna a Parigi, dove abita con Pierre. Da anni non va nel Salento, il luogo in cui è nata e che ha lasciato dopo un evento drammatico, perché non riesce a fare i conti con le ombre della sua famiglia. Quando Annie, l’anziana madre di Pierre, è ricoverata in una clinica perché sta progressivamente perdendo la memoria, Alessandra è costretta a rimettere tutto in discussione.”

Una storia come ce ne sono tante, una malattia, come quella di Annie, che purtroppo entra nella vita di molte famiglie, più di quante si possa immaginare. Eventi traumatici del proprio passato, come nel caso di Alessandra, per sopravvivere ai quali si sceglie di dimenticare, di ricominciare tutto daccapo.
E quando questo succede, le domande alle quali diventa urgente rispondere sono due:

Chi siamo quando pezzi interi della nostra vita scivolano via?
Che cosa resta di noi?”.

Due donne legate, all’inizio, da una parentela acquisita, che si ritrovano a essere sempre più unite dalle vicende delle loro rispettive vite e, sembra paradossale, dalla memoria e dal ricordo. Alessandra ha scelto di dimenticare il suo Iddapassato, Annie è costretta a farlo suo malgrado. Due direzioni opposte che, si direbbe, allontanino le protagoniste dal punto di partenza rappresentato dalla memoria, dal ricordo. Una riflessione che mi fa pensare alle scene dei film in cui uomini d’onore si sfidano a duello e, schiena contro schiena, si allontanano di un numero dato di passi fino al momento in cui si guardano negli occhi e si affrontano nella modalità che hanno stabilito. In questo caso, però, l’allontanamento dalla memoria per Annie e dal ricordo per Alessandra è ciò che avvicina e unisce il passato delle due donne. Alessandra entra nell’universo, passato e presente, della suocera, una stenodattilografa degli anni Quaranta, della quale si rende conto di non sapere nulla e alla quale non può chiedere nulla. Annie, senza saperlo, è colei che impone a chi le sta attorno, ad Alessandra per prima, di fare i conti con un sentimento che significa identità, consapevolezza, esistenza, storia.
Michela Marzano, racconta la storia di “Idda” e parte dalla sua malattia degenerativa, perché è lì che inizia una riflessione ben più profonda su temi dell’essere e dell’esistere, dell’identità e della consapevolezza che riguardano tutti. ‘Memoria’ e ‘ricordo’ sono vocaboli con significato analogo, ma profondamente diversi, a partire dalle etimologie. ‘Memoria’ (dal greco mimnésco) indica una attività della mente che permette di mantenere vivi i contenuti del passato; una attività razionale, quindi. ‘Ricordo’ (dal lat. re-cordor), afferisce all’area semantica dei sentimenti e indica il richiamare al cuore, un’operazione decisamente più individuale, personale, soggettiva.

Si può avere memoria e non ricordi, come capita anche ai computer, ma è anche possibile avere ricordi e non memoria.

Miopia e presbiopia delle menti, potremmo dire. 
Leggendo “Idda” la riflessione su queste due dimensioni diventa imprescindibile, così come si impone l’attenzione all’utilizzo delle parole. Si può perdere completamente la memoria intesa come capacità di richiamare alla mente il passato, ma non è possibile non ricordare. Annie, “Idda”, non ha più memoria ma, sia pur in modo non sempre preciso, ricorda, ricorda molto e racconta. Alessandra non vorrebbe ricordare l’evento traumatico che le ha condizionato e sconvolto la vita, ma la sua quotidianità con Annie fa riaffiorare, suo malgrado, le parole dell’infanzia e i ricordi che aveva tentato di soffocare.

Ci sono episodi della nostra vita che non passano mai, altri che fanno finta di sparire e invece continuano a condizionarci. Ricordi ingarbugliati che all’improvviso riappaiono, immagini e parole che riaffiorano a casaccio, prima di essere di nuovo avvolte dalle tenebre dell’oblio.”

Non c’è nulla di patetico, triste o scontato nella storia che Michela Marzano ci racconta. Non è una storia di malattia e nemmeno sulla malattia, ma una riflessione sull’importanza e sulla necessità del ricordo, per essere ed esserci. Annie e Alessandra sono ai due lati della memoria e del ricordo. Annie perde la memoria suo malgrado, ma continua a ricordare, a emozionarsi, ad arrabbiarsi, a commuoversi, a esistere nonostante tutto, anche se come può e non come vorrebbe. Alessandra ha la facoltà della memoria intatta, ma sceglie di non ricordare, nel tentativo vano di non soffrire. In questo modo Michela Marzano costruisce due figure opposte e complementari, perché Annie senza memoria ma con il ricordo continua a esistere, mentre Alessandra ha compiuto una scelta che annulla, almeno in parte, la sua stessa esistenza. Scegliere di non ricordare, significa scegliere di non essere. Ma si può davvero scegliere di non ricordare?

Michela Marzano, Idda, Einaudi 2019, pp.232, euro 17,50

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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