Il giornalista digitale è uno stinco di santo. 27 virtù da conoscere per sviluppare un comportamento etico
Quando andavo alla scuola elementare, e parliamo di parecchi anni fa, avevo due soli libri, quello di lettura e il sussidiario. Il sussidiario ha sempre esercitato su di me un fascino incredibile, perché era il libro nel quale si trovava ciò che occorreva per imparare a leggere, a scrivere, la storia, la geografia, la matematica, le scienze. In una parola, tutto. Ebbene “Il giornalista digitale è uno stinco di santo. 27 virtù da conoscere per sviluppare un comportamento etico” è il sussidiario della comunicazione etica, il libro nel quale chiunque può trovare tutto ciò che occorre per comunicare eticamente. Dico chiunque, perché sappiamo bene che il primo assioma della comunicazione sancisce che
“è impossibile non comunicare”
Se accettiamo, e non possiamo fare altro, la veridicità di questa legge, nessuno di noi è esonerato dall’apprendere e applicare le regole di una comunicazione etica e, prima ancora, di un comportamento etico.
Mariagrazia Villa, l’autrice, è esperta di comunicazione e giornalismo etico. Ha lavorato per vent’anni come giornalista culturale per molte testate giornalistiche e ora insegna Etica e Deontologia e New Journalism nei corsi di laurea triennale e magistrale allo IUSVE a Venezia e Verona.
Ha fatto una lunga pratica come giornalista, ha sperimentato in prima persona cosa significa comunicare eticamente e adesso mette la sua eccellente preparazione e la sua esperienza a disposizione di giovani studenti che vogliano apprendere il comportamento comunicativo per eccellenza, quello etico. Ma la sua passione non le consente di fermarsi e, con questo libro, coinvolge tutti noi in questo viaggio, ci prende per mano e ci accompagna passo passo all’interno di questo mondo meraviglioso.
“Quando ho progettato questo libro (…) mi sono posta tutta una serie di domande (…): di cosa voglio parlare? Quali sono le motivazioni della mia scelta? Quali sono gli obiettivi?”
Nel libro, Mariagrazia Villa risponde a queste e a molte altre domande, perché il vero segreto della crescita culturale ma anche e soprattutto morale sta proprio nel porsi mille domande e, possibilmente, cercare una risposta a tutte.
“Informare è far passare un messaggio in modo efficace ed efficiente, comunicare è creare uno spazio comune di relazione con tutti e con il tutto, nella prospettiva di un’intesa e non di una separazione”.
Mariagrazia Villa parte proprio da qui, dall’instaurare un comunicazione e non una semplice informazione.
Ciascuna delle 27 virtù costituisce un capitolo e tutti i capitoli hanno una struttura analoga. L’autrice ci racconta un episodio (sempre molto divertente) vissuto in prima persona, partendo dal quale ci comunica il concetto etico che si può imparare dal racconto. Poi, come un vero sussidiario con i fiocchi, ci propone un esercizio da svolgere applicando la virtù appena appresa. Perfetto vero?
Ogni virtù impone un lavoro di analisi e di riflessione su ciò che significa etica della comunicazione, di qualunque comunicazione si tratti. Ben sapendo che l’obiettivo per chiunque dovrebbe essere quello di utilizzare tutte le virtù sempre e comunque. L’ordine con cui il libro le propone non rappresenta una classifica dalla più alla meno importante, semplicemente perché l’etica è il frutto del mix di ognuna di queste con tutte le altre.
Ho letto e riletto più volte questo manuale, perché è bello e perché è davvero una miniera d’oro per chi voglia imparare. Sono virtù indispensabili, raccontate con grande competenza, con tanta cultura e con l’umiltà che contraddistingue sempre le persone davvero preparate. Umiltà che io considero requisito imprescindibile per chiunque voglia diventare un punto di riferimento per gli altri.
Se anche esistesse in versione digitale, vi consiglierei comunque di acquistare questo libro in formato cartaceo, perché va letto, studiato, sottolineato, riempito di appunti e vissuto dalla prima all’ultima pagina. Credetemi, non potrete fare a meno di assimilarlo e faticherete a separarvene.
Vi lascerei con la storiella della staccionata che Mariagrazia racconta parlando della benevolenza.
“C’era una volta un ragazzino che abitava in una fattoria. Era nato con un musetto adorabile, ma aveva un pessimo carattere. Tendeva subito a giudicare gli altri, senza preoccuparsi di ferirli. Trattava male tutti, dai genitori ai fratelli, agli amichetti.
Il padre, per aiutarlo a superare questa brutta abitudine, un giorno lo chiamò a sé e gli propose:
«Perché non pianti un chiodo nella staccionata del giardino, ogni volta in cui critichi qualcuno?»
«Non so a cosa serva una simile idiozia, ma lo farò».
Passarono i giorni e , dopo una settimana, la staccionata era già così piena di chiodi che, sotto, ormai non si vedeva più nemmeno il legno. Il ragazzino tornò dal padre:
«Accidenti. Non pensavo di essere così cattivo…»
«Dalla prossima settimana – suggerì il padre – togli un chiodo dalla staccionata ogni volta in cui ti verrà voglia di giudicare e maltrattare qualcuno, ma sceglierai di non farlo».
Per vedere la staccionata di nuovo senza chiodi ci volle molto tempo, ma alla fine sembrò tornata come prima. Il ragazzino andò dal padre e commentò:
«Ho imparato a comportarmi con benevolenza, ma i chiodi che ho tolto dalla staccionata hanno lasciato dei buchi…».
«Certo – gli rispose il padre – perché le ferite che procuriamo agli altri, quando li giudichiamo, non se ne vanno più via».
Mantenere la staccionata senza chiodi è un dovere morale che non riguarda solo la benevolenza, ma anche e forse soprattutto l’etica dei comportamenti e della comunicazione. Studiare il libro di Mariagrazia e applicarne le virtù significa imparare a mantenere la staccionata senza chiodi.
M. Villa, Il giornalista digitale è uno stinco di santo. 27 virtù da conoscere per sviluppare un comportamento etico, Flaccovio ed, 2018, pp 288, € 28.00