Eleanor Oliphant sta benissimo. Il potere della gentilezza
“Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent’anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient’altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre.”
Eleanor, la protagonista del capolavoro di Gail Honeyman dice questo di sé. Sulla base di questa descrizione, credo che chiunque, almeno per qualche particolare, possa identificarsi, perché Eleanor è una persona normale, normalissima. Abitudinaria fino alla noia e talmente assorbita nella sua routine da pensare che tutto il mondo sia così, abitudinario.
L’unico elemento che insospettisce noi lettori è la telefonata della madre che arriva ogni mercoledì dal carcere sempre alla stessa ora. Anche questa è un’abitudine immutata e (apparentemente) immutabile nel tempo.
“Eleanor Oliphant sta benissimo”, vuole essere lasciata in pace e ignorata al punto da augurarsi che le persone, quando la incontrano, “passino oltre”. Del resto è profondamente convinta che
“se qualcuno ti chiede come stai, si aspetta che tu risponda BENE. Non devi dire che la sera prima ti sei addormentata piangendo, perché erano due giorni di fila che non parlavi con un’altra persona. Devi dire: BENE”.
Una risposta facile per chi la riceve, perché è di gran lunga più semplice avere a che fare con persone che non hanno problemi rispetto a quelle che invece avrebbero bisogno di aiuto, di comprensione, di vicinanza o, molto più semplicemente di gentilezza. È proprio la gentilezza che stravolge il sistema all’interno del quale si muove Eleanor. La gentilezza di Raymond, un collega di lavoro che, pur nel rispetto della sua rigidità, riesce a fare breccia e a metterla di fronte alla possibilità di un punto di vista diverso.
“Suppongo che una delle ragioni per cui siamo in grado di continuare a esistere nell’arco di tempo assegnatoci in questa valle verde e azzurra di lacrime è che, per quanto remota possa sembrare, c’è sempre la possibilità di un cambiamento”.
Leggendo questo romanzo mi è venuta in mente la frase, forse più famosa, de ‘Il gattopardo’ di Tomasi di Lampedusa secondo la quale se si vuole che tutto rimanga com’è occorre che tutto cambi.
Ebbene qui siamo nella situazione opposta. Di fatto, Eleanor cambia davvero poco nella gestione della sua vita, ma quel poco è sufficiente perché, all’improvviso, tutto sia diverso da com’era o meglio, da come lei diceva che fosse. È un romanzo in cui succedono poche cose, ma che, dal punto di vista emotivo, hanno un effetto enorme; hanno la capacità di sovvertire completamente un mondo che sembrerebbe destinato a rimanere immutabile.
È un romanzo che parla di cambiamento e ne mette in luce le contraddizioni. Cambiare non è facile, ma allo stesso tempo è semplicissimo, perché ciò che non è successo in una vita può accadere in un minuto. Nella vita di Eleanor non mancano episodi drammatici i cui effetti sono emotivi e fisici, ma nel momento in cui perde l’equilibrio anche solo per un secondo, niente è più come prima.
Il cambiamento è un processo lento e veloce, doloroso e piacevole, subito o voluto, inconscio o consapevole, ma sempre e comunque irreversibile.
Gail Honeyman è al suo romanzo di esordio, ma “Eleanor Oliphant sta benissimo” è, lo ribadisco, un capolavoro. Lo è per la scelta della situazione che racconta, per la caratterizzazione dei personaggi tutti diversi ma tutti necessari, lo è per la descrizione dei sentimenti e delle emozioni che sono il vero cuore del libro. Eleanor è un personaggio molto bello e questo romanzo racconta la sua storia, una storia che non ti aspetti ma che fa pensare, molto.
G. Honeyman, Eleanor Oliphant sta benissimo, Garzanti, 2018, pp. 344, € 17.90 (trad. S. Beretta)