“Destinatario sconosciuto” Il valore dell’amicizia, il potere della scrittura
“Destinatario sconosciuto” è un romanzo breve, ma molto intenso di Katherine Kressmann Taylor. I protagonisti sono due amici, Martin Schulse, uomo d’affari cristiano e Max Eisenstein, ebreo. I due amici hanno una galleria d’arte in comune a San Francisco. Nel novembre 1932 Martin torna in Germania con la sua famiglia e quindi i due amici si separano, pur rimanendo soci in affari. Lontani, Max e Martin intraprendono una corrispondenza epistolare ed è proprio attraverso le 19 lettere che si scrivono dal novembre 1932 al marzo 1934 che l’autrice racconta la loro storia. L’arco temporale e il trasferimento di uno dei due a Berlino sono particolari indispensabili per comprendere i fatti. La Germania in cui torna Martin, è reduce dalla prima guerra mondiale, dalla quale esce distrutta e poverissima; in questo contesto, il miliardario americano diventa presto amico dei tedeschi che appartengono ai ceti più agiati. Max, invece, rimane in America e continua a lavorare per tutelare gli affari di entrambi. Le prime lettere che i due amici si scambiano parlano della loro quotidianità e, inevitabilmente, anche di un certo Adolf Hitler che sta raccogliendo sempre più seguito in Germania. Max è preoccupato di ciò che si dice della sua politica nei confronti degli ebrei, mentre Martin, dopo qualche perplessità iniziale, ne diventa grande sostenitore.
Al punto tale che decide di interrompere la loro corrispondenza e la loro amicizia e di non aiutare l’amico nella ricerca della sorella Griselle, attrice austriaca di teatro, a Berlino per lavoro e sua vecchia fiamma. Martin non fa nulla per Griselle e rinnega l’amico di tutta una vita.
“La razza ebraica è un problema scottante per ogni nazione che la ospiti. Io non ho mai odiato un ebreo in particolare; ti ho sempre considerato un amico, ma tu sai che parlo in tutta onestà quando dico che ti ho voluto bene non perché eri ebreo, ma nonostante tu lo fossi.”
Due gesti di egoismo estremo di fronte ai quali Max non si rassegna e che diventano il punto di partenza per un rovesciamento delle sorti davvero inaspettato.
L’ho detto e lo ripeto: “Destinatario sconosciuto” è un romanzo breve di grande intensità. Il linguaggio è scarno, essenziale, ma rende perfettamente l’idea del contesto all’interno del quale questo scambio epistolare si realizza. Due amici che sentono la mancanza l’uno dell’altro all’inizio e che, progressivamente, rimangono vittime di un contesto storico che all’improvviso li separa in modo tanto repentino quanto difficile da sopportare per Max.
Katherine Kressmann Taylor compie un’operazione letteraria davvero pregevole, perché scrive le lettere di entrambi, ma in un modo talmente realistico, che sembrano davvero provenire alternativamente da Max e Martin. Ha una grande capacità di assumere i due punti di vista che, lettera dopo lettera, diventano opposti e inconciliabili. Ha l’intuizione di costruire un finale del tutto inatteso che si innesta in un inizio assai prevedibile. E, del resto, la forza del finale sta proprio nella prevedibilità, oserei dire nell’ovvietà, dell’inizio della storia stessa.
Una nota interessante è che il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1938 a puntate su una rivista e solo nel 1939 come vero e proprio libro. La Kressmann Taylor, americana, immagina questa vicenda mentre accade con una lucidità che dimostra la sua grande capacità di lettura degli accadimenti politici dell’epoca.
I temi trattati sono tutti importanti: il valore dell’amicizia, il potere dell’ideologia politica, la facilità con cui gli animi delle persone possono essere manipolati, la capacità e l’imprevedibilità della reazione di fronte a un dramma, l’importanza dell’assunzione di responsabilità nei confronti delle proprie azioni.
“Destinatario sconosciuto” è un titolo perfetto per questo libro. Perché dico questo? Leggete e alla fine sarà tutto chiaro.
K. Kressmann Taylor, Destinatario sconosciuto, BUR, 2003, pp. 77, € 7.00 (trad. A. Arduini)