I colori che non ti aspetti
“I colori che non ti aspetti” è un libro sorprendente già a partire dal titolo. Non c’è una storia sola, ce ne sono infinite e ruotano tutte attorno ai colori, quelli ovvi, ma soprattutto quelli che non ti aspetti. Jason Fulford e Tamara Shopsin hanno creato questo progetto, pensato per i più piccoli, ma che mette alla prova anche gli adulti, ispirandosi al modo in cui gli artisti vedono il mondo, in collaborazione con il Whitney Museum of American Art.
Ogni pagina è divisa in due parti: a sinistra un oggetto che i bambini conoscono, ad esempio la mela, il fuoco, l’erba, le nuvole; a destra una vera e propria tavolozza formata da venticinque quadrati di altrettanti colori diversi che rappresentano alcune possibili varianti cromatiche dell’oggetto di riferimento. Undici oggetti e undici tavolozze che dimostrano come una domanda tipo “di che colore è una banana?” non sia per nulla semplice e come sia ancora più complicato dare una risposta univoca, priva di ‘sfumature’.
“I colori che non ti aspetti” è una sfida alle apparenze e all’ovvio; un punto di partenza semplice, ma non banale, per iniziare a ragionare sulla complessità dei colori e della loro percezione. Non ha senso parlare di un solo verde, un unico rosso, un blu uguale per tutti.
Se la sappiamo guardare,
“Una banana ti dice quando è pronta per essere mangiata.
Verde: porta pazienza.
Gialla: Mangiami!
Marroncina: Adesso o mai più!
Nera: Troppo tardi!”
È evidente che la banana è gialla, ma in nome di una semplificazione convenzionale con la quale si descrive un periodo limitato del suo ciclo di vita. Non dobbiamo farci ingannare dall’impostazione per nulla tradizionale di questo libro. “I colori che non ti aspetti” è uno strumento con una forza straordinaria. Si presta a molte letture, tante quante sono le variabili di colore reali o inventate con cui possiamo decidere di riempire i contorni di qualsiasi oggetto. Con questo cartonato, gli autori mettono i bambini nella condizione di esprimersi come artisti, al di là di qualsiasi convenzione e senza limiti se non quelli che loro stessi decidono di porsi. E tutti sappiamo che i bambini hanno molto più coraggio di noi adulti quando si tratta di esprimersi in modo creativo, di essere protagonisti essi stessi della storia dei colori che diventa la loro storia fatta dei loro colori. Il protagonismo dei bambini si manifesta in ogni pagina de “I colori che non ti aspetti”, ma l’ultimo esempio, l’undicesima pagina li trasforma subito in protagonisti – artisti chiamati a mettersi alla prova. Nell’ultima tavolozza c’è un quadrato vuoto, ritagliato, una finestrella che il piccolo lettore può riempire mettendo sotto la propria mano. Che colore ha la mano di ogni lettore? Come cambia a seconda che si riempia la finestrella con il dorso o con il palmo della mano? Davvero per un momento della nostra vita abbiamo pensato che la mela potesse essere solo rossa, gialla o verde, che le nuvole fossero solo bianche o nere, che la rosa vera fosse solo quella rossa e che esistessero solo le mani bianche o nere? Nei colori non c’è nulla di immutabile e non soggetto a interpretazioni. Ognuno di noi ha i suoi colori, ognuno può decidere di essere un artista e scegliere di colorare il mondo con le sfumature che preferisce. Dove sta scritto che le banane devono essere gialle e l’erba verde?
“L’erba può essere rosa e il ghiaccio azzurro… Scopri i colori più inusuali degli oggetti di tutti i giorni!”
È questo l’invito che Jason Fulford e Tamara Shopsin rivolgono a tutti i loro lettori, piccoli o grandi che siano.
J. Fulford – T. Shopsin, I colori che non ti aspetti, Franco Cosimo Panini, 2018, pp. 24, € 15.00