‘Codice Rodari’. Giocare con le cose serve a conoscerle meglio
‘Codice Rodari’ è ciò che si ottiene quando i racconti di Gianni Rodari incontrano la matita di Alessandro Sanna. Ne ‘La grammatica della fantasia’ il maestro di Omegna dice:
Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante del pescatore… Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni…
Nel caso del ‘Codice Rodari’, è Melania Longo che, partendo da ‘Favole al telefono’, ‘Grammatica della fantasia’, ‘Filastrocche in cielo e in terra’, ‘Il Giornale dei genitori’, ‘Il Pianeta degli alberi di Natale’, ‘Il libro dei perché’, ‘Il cane di Magonza’, ‘Il libro degli errori’, sceglie ventisette parole da “gettare” – proprio come il sasso nello stagno – sotto la matita di Alessandro Sanna per vedere che cosa succede.
“Giocare con le cose serve a conoscerle meglio”: una volta capiti i meccanismi che muovono l’immaginazione, qualsiasi oggetto, animale, persona, situazione, diventa materia prima potenziale per reinventare la realtà.
Sanna recupera la funzione creatrice del disegno e la “e” di nascere, scritta in corsivo, diventa il corpo di tante piccole tartarughe appena nate; la “i” minuscola diventa il corpo di bambini e bambine che giocano e gli arti superiori di pinguini e foche. Il punto interrogativo che illustra la parola domande diventa la chiocciola della lumaca e, accanto allo spaesamento, un armadio si trasforma in un cane.
Questi sono solo alcuni esempi che, descritti in questo modo – ne sono consapevole – non rendono minimamente l’idea della bellezza di questo ‘Codice Rodari’.
Segni, linee, forme e colori sono utilizzati come giocattoli capaci di trasformare le cose. Non c’è un criterio dato per la lettura di questo libro; lo sguardo del lettore è completamente libero di muoversi attraverso le pagine alla scoperta di un mondo che è scaturito dalla fantasia e dall’immaginazione delle parole di Rodari e dei segni di Sanna. È un’occasione straordinaria di sperimentare la magia dell’invenzione che attinge alla dimensione del gioco come a quel mondo in cui vale tutto.
Ciò che rende straordinario l’insegnamento dell’autore di Omegna è che la creatività si nasconde ovunque, anche nell’errore. Non esiste nessuna situazione che non possa dare vita a una storia ed è esattamente quello che accade in questo codice. Alessandro Sanna lascia che la parola di Rodari guidi la sua matita nella costruzione di un mondo fantastico in cui ogni parola e ogni sua rappresentazione grafica diventano storie.
È un libro da sfogliare, da leggere, da raccontare e da reinventare; perché il bello sta nella possibilità che esso offre a ciascun lettore di disegnare il proprio codice lasciandosi trasportare dalla suggestione – sempre diversa – che ciascuna delle ventisette parole suscita in ciascuno di noi.
Per i bambini giocare, inventare e “fare finta che” è una cosa seria; per Alessandro Sanna disegnare partendo dalle parole è una cosa seria; per il lettore di questo codice leggere e guardare le parole è un’esperienza magica.
Anche la veste editoriale del ‘Codice Rodari’ è preziosa. La copertina è di cartone e le pagine che compongono il libro sono di carta leggermente più grossa del normale e di grandissima qualità. I testi scelti da Melania Longo sono stupendi e i disegni di Sanna sono semplici, ma allo stesso tempo molto curati, accurati e fortemente evocativi.
G. Rodari, Codice Rodari, Einaudi Ragazzi, 2020, pp. 64, € 18.00 (illustratore A. Sanna)