Chiamami col tuo nome. Molto più di una storia d’amore
“Vent’anni fa, un’estate in Riviera. Una di quelle estati che segnano la vita per sempre.”
Basterebbe questa frase per descrivere l’atmosfera del libro “Chiamami col tuo nome”. Vent’anni fa Elio, il protagonista ha diciassette anni e come ogni anno trascorre le vacanze estive nella villa di famiglia dove arriva sempre “l’ospite dell’estate, l’ennesima scocciatura”.
Fino a quell’anno quando arriva Oliver, lo studente americano ventiquattrenne che conquista tutti, Elio compreso. Tra i due ragazzi si instaura un rapporto molto intenso, fatto di appassionati dialoghi letterari, di nuotate mattutine, di partite a tennis, corse in bici e passeggiate in città. Elio è molto colto per la sua età, Oliver è disinvolto, al limite della sfacciataggine, intelligente e affascinante. Il rapporto si intensifica fino a diventare desiderio appassionato, un desiderio vissuto con tutte le contraddizioni che sono tipiche di qualsiasi sentimento d’amore.
Chiamami col tuo nome è un romanzo di grande intensità che racconta la storia di un amore, che per Elio è il primo vero amore, come nasce, come viene vissuto, come viene ricordato. André Aciman, con questo capolavoro, riesce a raccontare una dimensione che, per sua stessa natura, sfugge a quasi tutte le regole della razionalità e del linguaggio. Nel racconto di quella estate di vent’anni fa ci sono i fatti, ma anche tutte le contraddizioni tipiche dell’innamoramento. E non ha davvero nessuna importanza che i protagonisti siano due ragazzi, perché il fulcro del romanzo sono i sentimenti, lo sconvolgimento emotivo che prende chiunque si trovi catapultato in una dimensione che è tutto tranne che logica, tutto tranne che prevedibile, tutto tranne che controllabile. C’è la difficoltà del corteggiamento, la paura di fraintendere ciò che accade, l’angoscia di poter compromettere qualcosa che sembra a dir poco perfetto. C’è l’ingenuità di Elio che per la prima volta si trova davvero di fronte a se stesso, c’è la delicatezza di Oliver che, più adulto, si sente addosso la responsabilità di una relazione importante, perché sa che per Elio è la prima volta. C’è il desiderio di lasciarsi andare completamente alla passione e c’è la paura di perdere tutto. C’è la fisicità del sesso, ma anche la delicatezza della complicità dei non detti che può esistere solo tra persone che abbiano creato un affiatamento affettivo intenso.
“«Chiamami col tuo nome e io ti chiamerò col mio», non l’avevo mai fatto prima e, non appena pronunciai il mio nome come se fosse il suo, mi ritrovai trasportato in una dimensione che non avevo mai condiviso con nessuno prima, né mai avrei condiviso dopo.”
È un romanzo crudo, brutale, e allo stesso tempo tenero, che racconta lo sconvolgimento d’amore. Ma è anche un romanzo di iniziazione in cui l’innamoramento rappresenta il rituale di passaggio con il quale Elio smette di essere un ragazzino e diventa uomo. È un romanzo della memoria, perché racconta un’estate di vent’anni fa. Il racconto è vivido e dettagliato, come se il tutto fosse accaduto il giorno prima, ma è innegabile il ruolo del ricordo, soprattutto quando Elio e Oliver si ritrovano dopo vent’anni anni che significano una vita intera. Il tempo è passato, ma quello che importa qui è il tempo interiore dei due protagonisti che sono ancora immersi
“in questa cosa che quasi non fu mai che ancora ci tenta”.
Aciman ha scritto questo libro nel 2007, ma non l’avevo mai sentito dire prima che venisse girato il film omonimo da Guadagnino sulla scenografia di Ivory (che ha vinto l’Oscar). Non dubito che il film sia bello e, del resto, le nomination che ha ricevuto lo confermano, ma so per certo che non lo andrò a vedere. La narrazione del libro Chiamami col tuo nome è talmente intensa che non voglio rischiare di rovinare le emozioni che questa lettura ha saputo darmi.
Se volete leggere la bellezza, l’intensità, le contraddizioni dello sconvolgimento del primo amore, quello che non si scorda mai, questo è il libro.
A. Aciman, Chiamami col tuo nome, Guanda, 2017, pp. 271, € 17.00