Atti osceni in luogo privato. Come si può imparare ad amare
“Avevo dodici anni e un mese, mamma riempiva i piatti di cappelletti e raccontava di come l’utero sia il principio della modernità. Versò il brodo di gallina e disse – Impariamo dalla Francia con le sue ondate di suffragette che hanno liberalizzato le coscienze.
“- E i pompini.
“La crepa fu questa. Mio padre che soffiava sul cucchiaio mentre sentenziava: e i pompini.”
Un incipit, come si dice, in medias res. Marco Missiroli inizia così “Atti osceni in luogo privato”, romanzo di formazione che racconta il passaggio del protagonista Libero Marsell dalla condizione di bambino a quella di adulto. I capitoli coincidono con le fasi della vita: infanzia, adolescenza, adultità, nascita, le quattro tappe che decretano la trasformazione. Libero Marsell racconta in prima persona questo suo viaggio iniziatico, descrivendo le sue trasformazioni fisiche, psicologiche, affettive, esistenziali. È un adolescente vittima della tempesta ormonale che ognuno alla sua età deve per forza attraversare; scopre progressivamente il sesso e l’erotismo del quale è prima vittima entusiasta, ma inconsapevole e poi protagonista sempre più responsabile. La storia è quella di tutti, il racconto dello sconvolgimento del vivere, il susseguirsi di crisi, ciascuna delle quali è, al contempo, la fine di una fase e l’inizio della successiva.
Se fosse solo questo, il libro “Atti osceni in luogo privato” potrebbe sembrare del tutto banale, l’ennesimo romanzo che racconta il processo della crescita. In realtà è molto di più. È vero che tutto ciò che Libero Marsell attraversa e descrive è cosa nota, ma il segreto sta nel modo in cui Missiroli racconta questo aspetto del vivere. Libero Marsell racconta se stesso con i toni dell’adolescente prima e dell’uomo poi. Descrive i personaggi che hanno accompagnato la sua crescita con un po’ di nostalgia e con la capacità di farci comprendere il senso della loro presenza e il perché della loro importanza.
“Atti osceni in luogo privato” di Marco Missiroli merita di essere letto non tanto e non solo per la vicenda in sé, quanto piuttosto per il modo in cui è scritto. Uno stile colto, ma non snob, lieve ma non superficiale, in alcuni momenti osceno, ma mai volgare. Missiroli racconta la storia di Libero non solo come un adolescente in preda agli ormoni, ma come un giovane curioso e desideroso di fare esperienze. Per Libero crescere significa imparare la vita e dalla vita. Ci sono i libri, la musica, il cinema, la politica, le amicizie, le prime cotte. Se si riesce ad andare oltre il racconto dell’adolescenza, si entra in un mondo che è ben di più. Un personaggio bellissimo del libro è Marie, la bibliotecaria che accompagna il percorso del ragazzo come confidente e con i consigli letterari che possono realmente rappresentare dei punti di riferimento importanti. Camus, Buzzati, Maugham, Carver, Whitman sono solo alcuni dei tanti autori citati nel libro e consigliati a Libero. Missiroli compie un’operazione importante per tutti. Gli autori che consiglia come idea di ideali e riferimenti possibili per un adolescente che si affaccia all’età adulta, sono sicuramente dei cardini anche per il lettore. Se non hanno accompagnato la nostra crescita quando avevamo la stessa età di Libero, sono un ottimo spunto di lettura anche adesso che siamo adulti e che ricordiamo l’età dell’adolescenza come qualcosa di molto lontano.
“Atti osceni in luogo privato” è un romanzo che di certo non lascia indifferente il lettore. Lo si ama o lo si odia, non c’è altra possibilità.
A me è piaciuto molto, soprattutto per il modo in cui è costruita la storia. La crescita di Libero è un pretesto narrativo intelligente che rappresenta per l’autore l’occasione per raccontare molto di più e il senso della lettura sta proprio in questo “molto di più”.
M. Missiroli, Atti osceni in luogo privato, Feltrinelli, 2015, pp. 249, € 11.00