L’arte di passare all’azione
“Secondo le scritture zen esistono quattro tipi di cavallo. Il primo è il migliore. Obbedisce alla volontà del cavaliere prima ancora di vedere l’ombra della frusta. Il secondo reagisce non appena sente la sua voce o vede l’ombra della frusta. Il terzo si mette a correre quando avverte il dolore della frusta sulla pelle. Il quarto si muove solo quando il dolore gli penetra fin nel midollo delle ossa. Quando si tratta di passare all’azione, che tipo di cavallo siete?”
Gregg Krech inizia con questa domanda chiara e diretta “L’arte di passare all’azione”. Una domanda alla quale non è sempre facile rispondere, ma direi che, come osserva giustamente l’autore, se abbiamo in mano questo libro, non apparteniamo né alla prima, né alla seconda tipologia di cavallo. È un libro del quale non è facile parlare, perché pensato e scritto per essere ‘agito’. È scritto in modo semplice, efficace, senza troppi giri di parole e, soprattutto, dice ciò che deve in modo diretto. Questo libro
“insegna ad agire invece di parlare a vuoto, a provare gratitudine invece di lamentarsi e a essere meno noncuranti e più presenti”.
Lo fa partendo da un presupposto che è tanto ovvio nella teoria quanto disatteso nella pratica. Krech ci avverte che si impara a passare all’azione solo passando all’azione, ovvero facendo ciò che va fatto, quando va fatto, a seconda delle circostanze. Un’operazione all’inizio non semplice, ma di certo non impossibile. L’autore ci aiuta ad acquisire questa nuova disposizione d’animo partendo dalla filosofia orientale che non è affatto solo contemplativa come siamo abituati a ritenerla noi occidentali.
Si tratta in realtà di un metodo per imparare ad acquisire un approccio consapevole alla realtà, sia che ci piaccia sia che sia motivo di stress. L’assunto di base è che per decidere di cambiare qualcosa, qualsiasi cosa occorre conoscere ciò che vogliamo cambiare e soprattutto la direzione che vogliamo imprimere al cambiamento. Essere indaffarati o vittime di una situazione frenetica e claustrofobica non significa affatto che ci stiamo dedicando ad attività importanti, necessarie o significative. Semplicemente, abbiamo assunto un ritmo che è diventato fonte di stress e frustrazione, ma che è talmente alto che non riusciamo più a fermarlo.
Ecco, un passaggio fondamentale è riflettere sulla propria vita attraverso tre momenti fondamentali:
- Prestare attenzione al contesto nel quale ci troviamo
- Conoscere l’obiettivo del cambiamento che vogliamo realizzare
- Autoriflessione per capire cosa fare o non fare (e non è detto che lo sappiamo sempre in modo chiaro)
Solo se riflettiamo su ciò che non va e sul perché non va possiamo sapere cosa modificare e a quel punto il rischio più grande che possiamo compiere è non far nulla pur nella consapevolezza di dover fare qualcosa.
Nel momento in cui acquisiamo la consapevolezza che la parola chiave è diventata cambiamento dobbiamo strutturarci per poterlo affrontare, nella consapevolezza che il cambiamento implica l’abbandono delle abitudini che, solo apparentemente, ci fanno sentire protetti e al sicuro. Se è vero che
“ciò di cui abbiamo davvero bisogno è un approccio naturale che ci permetta di passare all’azione tenendo conto delle circostanze”,
“L’arte di passare all’azione” è ciò di cui abbiamo bisogno. Gregg Krech non fa mistero sul fatto che il momento più difficile è quello in cui dobbiamo iniziare, passare all’azione. Anche dopo aver completato l’analisi della situazione che non ci piace, cominciare ad agire non è affatto automatico, perché spesso ci aggrappiamo a degli alibi quali la paura, l’indecisione, lo scoraggiamento, il perfezionismo, la televisione, la noia , la difficoltà, e potremmo continuare ancora. Ebbene, l’autore ce lo dice chiaramente:
“la scelta giusta non esiste. È più intelligente cercare di dare il meglio di sé in ogni circostanza che smarrirsi nell’ansia di fare la «scelta giusta»”.
Il cambiamento non è l’eccezione, ma la regola; lo vediamo ogni giorno della nostra vita attorno a noi e in noi. Possiamo decidere di essere vittime del cambiamento inevitabile della vita o protagonisti del cambiamento che noi decidiamo di voler vivere. Come farlo? Intanto leggendo questo libro, non una volta sola, ma più e più volte.
È un’analisi di grande lucidità e una fonte di consigli e suggerimenti davvero preziosi. Badate però a non cadere nel tranello di pensare che sia un libro pieno di informazioni che sapete già. La tentazione è forte, ma appena deciderete di cominciare a mettere in pratica per davvero ciò che c’è scritto, allora sarà tutto un po’ meno ovvio. Io l’ho già letto e riletto e continuerò a farlo. Occorre tempo per sedimentare fino in fondo tutto quanto, ma credo che il vero cambiamento, almeno per quanto mi riguarda, non possa prescindere da “L’arte di passare all’azione”. Siamo tutti consapevoli e concordi sul fatto che è più facile essere spettatori che protagonisti, ma Gregg Krech dà ai suoi lettori un consiglio prezioso:
“Concedetevi dieci minuti per fare qualcosa di creativo, qualcosa che vi risvegli i neuroni e li getti in uno stato di caos. Di tanto in tanto, infatti hanno bisogno di uno scossone. Fa bene a loro, a voi e al resto del mondo.”
G. Krech, L’arte di passare all’azione. Lezioni di psicologia giapponese per smettere di rimandare, Demetra, 2016, pp. 144, € 9.90