Arricchirsi con onore. Elogio del buon imprenditore
Il titolo originale di questo trattato è “Libro de l’arte della mercatura” che Benedetto Cotrugli ha scritto nel 1458, esattamente 560 anni fa.
Per fortuna Rizzoli ha deciso di pubblicarne la versione divulgativa, di cui parliamo, “Arricchirsi con onore. Elogio del buon imprenditore”, perché di questo preziosissimo trattato nessuno si era più occupato fino a quando l’Università Ca’ Foscari, compiendo un’operazione di grande valore, ha deciso di curarne l’edizione critica nel 1990. Cotrugli originario di Ragusa, l’attuale Dubrovnik, è un mercante rinascimentale, più per necessità che per vocazione. La perdita del padre lo costringe ad abbandonare gli studi giuridici per dedicarsi all’azienda di famiglia. Il padre
“comprava lane a Barcellona; le faceva diventare panni e filati a Firenze e Prato, per poi rivenderli a Costantinopoli e Venezia“
ed è in questa realtà che Benedetto si trova catapultato e si rende conto rapidamente che l’esercizio della mercatura si realizzava in un ambiente in cui correttezza, etica e morale non erano poi così praticate.
Decide quindi che è necessario scrivere un trattato che contenga alcune regole fondamentali per essere un buon imprenditore ed essere considerato tale anche dagli altri. Sceglie di scrivere in lingua volgare, nonostante in quell’epoca il trattato, per definizione, richiedesse l’uso del latino decisamente più autorevole e colto. Per Cotrugli la priorità è rivolgersi alle persone che frequentano il suo stesso ambiente e praticano la sua stessa attività. In altre parole, ritiene che il suo pubblico debba essere composto dai colleghi imprenditori.
Già nel 1400 l’autore ha ben chiaro l’importanza di decidere a chi rivolgersi e l’imprescindibilità di farlo con un registro linguistico e comunicativo comprensibili. Questo è il primo elemento straordinario del “Libro de l’arte della mercatura”, ma ancora più interessante è il suo contenuto. Per la sua attualità potrebbe tranquillamente essere stato scritto ai giorni nostri. È un manuale sul commercio e sull’imprenditoria in generale. L’autore è un mercante, un imprenditore, ma anche un umanista che ha capito che fare impresa in maniera “sana e profittevole” significa prima di tutto compiere un’azione con un altissimo impatto sociale.
Non si può essere un imprenditore etico se non si è uomo di sani principi.
Il punto di partenza di Cotrugli è che arricchirsi in maniera onesta significa arricchire la società e, se è vero che i conti devono essere tenuti in ordine, è altrettanto vero che l’ordine contabile non è sufficiente: occorrono doti intellettuali, professionali, morali e umane senza le quali ciò che si realizza non è vera impresa. A sostegno e a dimostrazione di questa sua teoria, Cotrugli elenca quindici regole d’oro, attenendosi alle quali si diventa imprenditori etici, capaci di “arricchirsi con onore”. Sono quindici comandamenti veri e propri che riguardano il mestiere, come ad esempio, per qualunque commercio si voglia avviare, la necessità valutare per quale si è portati, di “scegliere il luogo adatto e fuggire quello inadatto”, l’importanza di tenere in ordine i libri contabili
“che consentono di ricordarsi di tutto quello che si fa, da chi si deve avere e a chi si deve dare, i costi delle merci, gli utili, i danni e ogni affare da cui tutta l’attività del mercante dipende”.
Consigli preziosi e attuali riguardano l’area dei comportamenti dell’imprenditore virtuoso. La fiducia in se stessi è sicurezza e capacità di agire, ma la vera virtù è la prudenza che Cotrugli definisce
“il principale elemento dell’onestà e ha in sé il discernimento del bene e del male, e consiste nel ricordarsi il passato, nel valutare il presente e nel provvedere al futuro”.
Se il mercante ha dei soci, deve imparare a rispettarli e deve comportarsi con trasparenza e onestà. Rispettare gli impegni significa pagare i debiti e imparare a incassare i crediti, ben sapendo che la situazione migliore è quella in cui
“gli altri siano in debito con te, più che tu con loro: se uno è un ingrato, non offende te, ma se stesso”.
Tranquillità, costanza, integrità e temperanza sono le qualità del mercante che deve imparare che la cultura è tutto, perché è ciò che lo rende
“egregio, che significa «fuori dal gregge», «superiore al volgo»”.
Cotrugli non tralascia nulla neanche in riferimento a ‘tono di voce’ e abbigliamento. Il mercante, ma direi anche l’imprenditore, deve saper conversare con tutti, adattando il registro comunicativo all’interlocutore, per non sembrare mai fuori luogo, rimanendo sempre misurato nei modi e nei contenuti. La gestualità deve sempre essere dignitosa, cioè rispettosa di sé e degli altri, così come il modo di camminare non deve far apparire né rozzi né superficiali. Quanto all’abbigliamento
“devi essere tu a padroneggiare i vestiti, non i vestiti a padroneggiare te”.
Questo “Libro de l’arte della mercatura” ha più di cinquecento anni, ma io vi consiglio di leggerlo, perché è l’ennesima dimostrazione che non ci siamo inventati e non ci stiamo inventando nulla. Del resto lo stesso Cotrugli afferma che la cultura è tutto. Occorre conoscere e studiare il passato per comprendere il presente e progredire verso il futuro. Sapete cosa dicevano gli antichi? Che il futuro arriva sempre alle spalle…
B. Cotrugli, Arricchirsi con onore. Elogio del buon imprenditore, Rizzoli, 2018, pp. 190, € 15.00