“A voce alta”. Che prezzo sei disposto a pagare per difendere un segreto?
Michael, tornando da scuola, si sente male per strada e viene soccorso da Hannah. Questo è l’inizio della loro storia e anche del libro “the reader” che in italiano diventa “a voce alta“. Avrebbe potuto essere un episodio isolato, casuale, senza alcun seguito, ma la mamma di Michael insiste perché il ragazzo cerchi Hannah per ringraziarla dell’aiuto. Fra i due scoppia una passione travolgente, a tratti quasi malata, che li porta ad essere morbosamente dipendenti l’uno dall’altra. Una passione fatta di sotterfugi, di segreti, di sensi di colpa, ma della quale non possono fare a meno. Hannah è molto più adulta del ragazzino, una donna a tratti indecifrabile, e questi due elementi fanno sì che sia lei a tenere le redini della relazione. All’inizio di ogni loro incontro, prima di qualsiasi altra cosa, Hannah chiede a Michael di leggere per lei. Si instaura tra loro questo rituale di corteggiamento e di seduzione: lui legge e lei ascolta affascinata, rapita. Poi tutto il resto, gite, scampagnate, amore, sesso, ma per prima cosa la lettura a voce alta. La storia va avanti per molto tempo, poi, quando sembra normalizzarsi e per certi aspetti allontanarli, Hannah sparisce senza nessuna spiegazione. All’improvviso era comparsa nella vita di Michael e allo stesso modo ne esce, lasciando il ragazzino profondamente segnato e deluso.
Tutto potrebbe aspettarsi dalla vita Michael, tranne di ritrovare Hannah, molti anni dopo, come imputata in un processo per crimini di guerra al quale lui assiste come studente della facoltà di giurisprudenza. È in quella circostanza che Michael scopre il terribile segreto che macchia l’anima di Hannah. È durante il processo che intuisce anche la vera tragedia che la donna che lui ama ancora profondamente vive come la peggior vergogna possibile. Un segreto da difendere al punto di rinunciare alla propria difesa pur che questa macchia non venga alla luce. Adesso per Michael è tutto chiaro e, quando Hannah viene incarcerata, ricomincia a leggere a voce alta per lei. Registra la propria voce su audio cassette che le fa recapitare in prigione. Il legame diventa ancora più stretto. Un legame del quale Michael non si è mai liberato, nemmeno negli anni della loro lontananza e del quale non si libererà mai.
In questo libro è davvero magistrale la descrizione della psicologia dei personaggi. Un elemento che scorre come un filo rosso per tutta la vicenda è la necessità di tenere nascosto ciò che non si vuole far venire alla luce, perché motivo di profonda vergogna. Hannah ha una debolezza di cui si vergogna al punto da accettare di arruolarsi nelle SS, di diventare una criminale e di macchiarsi di colpe terribili tra cui l’episodio per il quale viene processata (lei e le sue colleghe hanno lasciato morire bruciate delle donne ebree rimaste intrappolate in una chiesa appena bombardata). Avrebbe la possibilità di difendersi, ma questo comporterebbe il venire allo scoperto, rivelando a tutti il suo segreto. Di nuovo sceglie il silenzio e preferisce scontare una pena più grave di quella che le sarebbe stata inflitta, se avesse rivelato la sua reale condizione. Anche Michael paga un prezzo enorme a causa di Hannah e della loro relazione. Il dolore che prova nel momento in cui lei sparisce dalla sua vita senza dare nessuna spiegazione lo cambia per sempre. Non si innamorerà più. Proverà a liberarsi del ricordo di lei, ad avere una vita normale, ma non sarà mai così. Il suo cuore resterà per sempre di Hannah. E lo dimostra il fatto che, durante il processo, avrebbe potuto lui rivelare la condizione dell’imputata, ma sceglie di non farlo e di rispettare la sua volontà anche se mai esplicitata.
Il segreto di Hannah è il punto di partenza e anche la chiave interpretativa di tutte le sofferenze che hanno avuto origine per colpa sua. È difficile dare un giudizio univoco ed insindacabile nei confronti di questi comportamenti. È indubbio che non ci siano giustificazioni che possano in qualche modo rendere meno gravi le follie naziste. I crimini di guerra devono essere puniti senza se e senza ma. Allo stesso tempo emerge il tema della consapevolezza totale, della presenza della coscienza a se stessa. È possibile che Hannah non si sia resa conto del prezzo che hanno pagato tutte le persone che hanno gravitato intorno a lei a causa della ostinazione con cui ha voluto difendere il suo segreto? È possibile che fosse del tutto consapevole quando ha scelto di diventare un’assassina sempre in difesa di quel segreto? Ma soprattutto davvero ha senso difendere questo segreto fino a diventare una vera e propria carnefice di se stessa e degli altri?
“Percepivo ogni cosa e non sentivo niente. Non soffrivo più per il fatto che Hannah mi aveva mollato, illuso, usato. Non sentivo neanche più il bisogno di smuoverla. Avvertivo che il torpore con cui avevo registrato gli orrori emersi dal processo si era posato sui sentimenti e sui pensieri delle ultime settimane. Che io fossi contento, sarebbe davvero dire troppo. Ma sentivo che era giusto così.”
Esiste anche il film che ha lo stesso titolo, magistralmente interpretato da Kate Winslet (Hannah), David Kross e Ralph Fiennes (Michael Berg rispettivamente da ragazzo e da adulto)
B. Schlink, A voce alta. The reader, Garzanti, 2010, pp. 180, € 9.90