La felicità del cactus. Il potere del cambiamento

Susan Green, la protagonista de “La felicità del cactus” dice di sé:

Io mi definisco una donna autonoma e piena di risorse. Ciò che mi manca in termini di relazioni personali e familiari è più che compensato dalla mia ricca vita interiore, infinitamente più stabile e sicura”.

È una donna che ha deciso di essere “completamente autonoma dal punto di vista emotivo e finanziario”, perché questa è l’unica condizione che le garantisce di non rimanere mai delusa. Per Susan l’autonomia completa significa essere “padroni della propria vita” senza dover ricorrere a mediazioni e compromessi. Data questa premessa, Susan costruisce e gestisce la propria vita all’insegna dell’efficienza e della pianificazione. la felicità del cactusFamiglia e colleghi la trovano difficile da avvicinare, ma non possono fare altro che accettare questo suo modo di essere. Dicono che “punge come i cactus che colleziona”, ma non possono fare altro che prendere atto di questo suo modo di essere. Sarah Haywood costruisce Susan in modo davvero sorprendente: donna tutta d’un pezzo all’inizio, convinta di poter controllare tutto ciò che le accade e che la circonda, si ritrova all’improvviso a dover fronteggiare due condizioni che non erano ‘a preventivo‘: una gravidanza e un lutto. Di fronte a questa nuova situazione per Susan cambia tutto, ma soprattutto cambia la sua certezza di poter avere il pieno controllo sulla vita. Se è vero che possiamo controllare completamente le nostre azioni e i nostri pensieri, non è altrettanto vero che possiamo dominare le nostre emozioni. Dico che Sarah Haywood è sorprendente nella costruzione della protagonista, perché ce la descrive in un momento in cui il cambiamento emotivo è accompagnato da uno fisico importante ed evidente. Incontriamo Susan al terzo mese di gravidanza e viviamo con lei questa esperienza totalmente destabilizzante, ma straordinaria, anche se fatica ad ammetterlo. È una metafora perfetta del concetto di cambiamento, che non è mai improvviso e radicale, ma quasi sempre lento, impercettibile e inarrestabile. 
C’è una frase di Marc Twain che mi piace ricordare:

L’abitudine è l’abitudine e nessun uomo può buttarla dalla finestra; se mai la si può spingere giù per le scale, un gradino alla volta.”

Gravidanza e lutto. Due avvenimenti che le cambiano la vita per sempre e che Susan non può fare altro che affrontare. Tutto ciò che aveva avuto senso fino a quel momento, ora non è più sostenibile. Sarah Haywood ha raccontato una storia divertente, ma che apre a tanti spunti di riflessione. Ad esempio il cambiamento non è l’eccezione, ma la regola; ciò che non capita in una vita può accadere in cinque minuti; possiamo pensare finché vogliamo di avere il controllo totale sulla nostra vita, ma la vita stessa ci dimostra che non è così; possiamo pensare di conoscere noi stessi alla perfezione, ma a volte capitano cose che ci fanno capire che non è poi così vero. E Susan non fa eccezione:

All’improvviso il mondo mi sembra più grande e pieno di suoni e colori, molto più di quanto lo fosse pochi giorni fa. Ancora non sono certa di aver capito chi sono io in relazione a questo nuovo mondo, ma va bene così”


Non so se vi ho mai detto che io amo più di tutte due tipi di piante: quelle carnivore e i cactus. Le prime perché mi fanno ridere, i secondi perché trovo sia affascinante la loro capacità di arrangiarsi e di vivere con quello che hanno. Il ché non li rende completamente autonomi, sia chiaro, ma sono un esempio perfetto di efficienza e di ottimizzazione. Forse non tutti sanno che i cactus hanno le spine al posto delle foglie non per difendersi dai predatori, ma per limitare al minimo la dispersione di acqua, pur continuando a proteggere il corpo centrale della pianta. 
Ecco cosa c’entrano i cactus con Susan. Ecco perché “la felicità del cactus” è sia letterale che metaforica. Sto riflettendo molto anche sul fatto che Susan ama i cactus e li amo anche io. Sarà un caso?

S. Haywood, La felicità del cactus, Feltrinelli, 2018, pp. 362, € 15.00

Cecilia Mattioli

Lavoro con le persone. Amo leggere. Amo scrivere. Provo entusiasmo per qualsiasi cosa mi faccia crescere e non mi stanco mai di imparare

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