Happy genetica. Dall’epigenetica alla felicità
“Happy genetica. Dall’epigenetica alla felicità” è un libro scritto a quattro mani da Richard Romagnoli e il Prof. Pier Mario Biava.
Due esperienze di vita molto diverse. Studioso dell’anima e del cuore Richard, esperto conoscitore del codice di programmazione genetica il prof. Pier Mario, ma un unico obiettivo comune, ovvero il bene delle persone. Entrambi stanno dedicando la loro vita al bene dell’umanità e lo fanno con grande competenza, con un altruismo incondizionato e con l’umiltà che contraddistingue le persone autentiche. Umiltà che è requisito imprescindibile per poter essere un punto di riferimento. Una guida è una persona che, per gli antichi, aveva un valore straordinario; in lei non contano i più o i meno, ma soltanto la fiducia. È la persona che si assume la responsabilità di guidarci verso il superamento dei nostri confini per aiutarci a uscire “dal nostro piccolo” per rivendicare “il nostro grande”. È la persona alla quale noi permettiamo di assumersi la responsabilità del nostro viaggio. Richard e il prof. Pier Mario sono le guide e Happy genetica è il viaggio. Ho chiesto a Richard di raccontarci qualcosa di questo viaggio rispondendo ad alcune domande.
Il risvolto di copertina dice “Quando scienza e felicità si incontrano nascono progetti bellissimi come quello tra il Prof. Pier Mario Biava e Richard Romagnoli”. La mia domanda è proprio questa, quando si incontrano scienza e felicità?
Si incontrano tutte le volte che la scienza è al servizio dell’umanità, per favorire il benessere di tutti gli esseri viventi e nel più completo rispetto di questo pianeta Gaya e di tutti gli altri. Quando la scienza è una speculazione dell’ego al servizio di pochi ogni rivelazione scientifica è di per sé un reale fallimento.
Il codice epigenetico è il programma che trasferisce tutte le informazioni al codice genetico che, da solo, non sa fare nulla. È anche il programma in grado di correggere gli errori e di riprogrammare ciò che non funziona correttamente. In che modo l’epigenetica diventa Happy genetica?
È stato il Prof. Pier Mario Biava —coautore del libro assieme a me, a farmelo notare qualche anno fa in occasione di un grande evento a Milano. Rivolgendosi al suo caro amico, il Prof. Ervin Lazlo gli disse: “Richard fa la stessa cosa che facciamo noi. Solo che lui non è chiuso in qualche laboratorio per dimostrarlo ma fa sperimentare alle persone il benessere a più livelli.” Quel giorno è stato l’inizio di una conoscenza e di un’amicizia stupenda che assieme al Prof. Biava ci ha portato a definire il concetto di HAPPY GENETICA, ovvero il fatto che il nostro umore, le nostre emozioni oltre ad agire in noi a livello fisico, mentale e psicologico hanno un impatto diretto a livello vibrazionale e, appunto, epigenetico. La scienza in questo si sta prodigando molto per essere al servizio dell’umanità ma da sola la scienza non può fare molto se non è accompagnata dalla consapevolezza del Sé di ciascuno di noi.
Nel libro si dice che “le difficoltà arrivano spesso per impedirci di sbagliare strada e per stimolarci e spronarci a trovare percorsi diversi e alternativi”. Perché per la maggior parte delle persone è così difficile scegliere di essere felici?
Perché viviamo in una società che strumentalmente ha bisogno di persone infelici per determinare lo strapotere di alcuni. Ma bisogna anzitutto chiedersi che cosa sia davvero la felicità prima di argomentarne. Perché per molti la felicità è una condizione del proprio ego; qualcuno si sente felice causando malessere agli altri e alla società, qualcun altro pensa di essere felice approfittando della debolezza altrui, ma è chiaro che tutto questo non è e non fa la felicità. Contribuire al benessere degli altri procura un’enorme felicità, aiutare gli altri ti fa sentire utile oltre a farti sperimentare quel senso di appartenenza al quale tutti dovremmo ambire, riconoscendo di essere tutti esseri umani uniti dalle nostre diversità. Purtroppo, chi ignora se stesso si sveglia già al mattino percependo l’energia della propria infelicità. In HAPPY GENETICA parlo di quanto le abitudini felici siano fondamentali per aiutarci ad uscire da quel vortice di negatività che noi stessi abbiamo creato e che oltretutto viene anche alimentato dagli altri.
C’è una frase che tu dici e che mi ha colpito molto ed è questa: “Quando tu ridi tu cambi e quando tu cambi, il mondo cambia con te”. È una frase che mette in evidenza una cosa fondamentale: non possiamo prescindere dal contesto nel quale siamo inseriti con il quale possiamo e dobbiamo interagire nel bene e nel male. Richard, come si comincia a ridere della risata che insegni tu?
La frase che hai citato l’ho imparata in India, dove ho vissuto per diverso tempo con Sara, mia moglie, e le nostre due figlie. In oriente la risata viene considerata un dono sacro e per quello che mi riguarda lo è proprio. Le persone davvero religiose sono quelle che riconosci dalla serenità dei loro volti, anche se segnati dalle prove della vita. Le persone spirituali sono quelle che dinanzi alle avversità scelgono un atteggiamento mentale di equilibrio, di serenità e di “risata interiore”. Nella mia vita ho dovuto affrontare tante avversità ed è stato in quei momenti tosti e duri che ho capito la necessità di trarre il meglio persino dalle situazioni disagevoli. Ognuno di noi ha un percorso meraviglioso da percorrere, che non è uguale a quello di nessun altro e che ci rende davvero unici. Ogni anno durante i miei training incontro migliaia di persone, e credimi, è proprio da loro che ho imparato l’arte della risata, perché niente e nessuno potrà privarci mai della più grande libertà: scegliere di essere felici.
I principi fondamentali sui quali si organizza la vita sono complessità, informazione, coerenza e analogia. La malattia è un “disequilibrio informativo che arriva dall’esterno” ed è un evento individuale e collettivo. Perché la risata è un correttore così potente?
Perché ridendo miglioriamo l’ossigenazione nel nostro corpo, ma soprattutto veicoliamo quella che viene definita in ambito medico scientifico “la chimica della felicità”. Oltretutto, secondo la cultura orientale, quando ridiamo attiviamo in noi un maggiore flusso del prana, ovvero dell’energia vitale che anima in maniera sottile, impercettibile ogni cellula, ogni atomo. Per questo motivo, da oltre un ventennio, la scienza moderna dedica tempo e denaro per stabilire l’importanza della risata nella vita di ogni essere vivente ma ritengo che, al di là delle sperimentazioni e delle osservazioni scientifiche, alle quali anch’io personalmente sto dedicando del tempo, sia inconfutabile il fatto che dopo una bella risata ci sente subito meglio. Ridere è un potente “ripulitore” di quelle emozioni che troppo spesso prendono il sopravvento determinando in noi una molteplicità di stati d’animo ben lontani dalla felicità. Con il Prof. Biava abbiamo osservato che la risata che promuovo durante i miei seminari ha un impatto rilevante per quanto concerne l’epigenetica e sono certo che ulteriori dimostrazioni scientifiche ne rileveranno l’importanza per il benessere di ciascuno di noi. Ma il mio messaggio va anche oltre il suggerimento di lasciarsi ridere un po’ di più ogni giorno perché veicola un bene più prezioso per ciascuno di noi: coltivando abitudini felici abbiamo la capacità di trasformare la nostra esistenza.
La risata che hai imparato tu e della quale sei ambasciatore nel mondo (faccio questa precisazione, perché voglio sia chiaro che stiamo parlando della risata autentica, non di una qualsiasi) ha una funzione potentissima di riprogrammazione del nostro cuore e della nostra anima. Quali sono le tre lettere fondamentali del codice Happy genetico?
Vivendo in India per diversi anni ho imparato la metodologia della Risata Incondizionata e, visto il contributo portato all’interno di quel movimento globale, ho ricevuto diversi titoli come quello di Master. Ma, come sempre accade nella mia vita, ho deciso di andare ben oltre ciò che avevo imparato e, anziché gongolarmi sugli allori e girare il mondo grazie ai titoli attribuitimi, ho continuato e soprattutto continuo a ricercare, ad esplorare tutto ciò che possa dare concretamente un contributo in termini di valori e di strategie per il benessere delle vite di migliaia di persone nel mondo. Per questo creando HAPPY GENETICA continuo ad alimentare quelle che tu mi chiedi di citare come tre lettere.
La prima è la C di CONSAPEVOLEZZA, poiché la sua mancanza nelle nostre vite declassa la nostra stessa esistenza e promuove il peggio nell’umanità a scapito di Madre Terra.
La seconda lettera è la A di AMORE, perché come ho scritto nel libro sono convinto che l’amore è tutto e l’amore può tutto, specialmente nei momenti più difficili da affrontare.
L’ultima è la V di VERITÀ che non è solo l’assenza di menzogna ma, a livello spirituale ed energetico, è l’essenza di ogni cosa, animata ed inanimata, conosciuta e sconosciuta. Quando le nostre vite sono permeate dalla presenza dell’amore vissuto nella verità allora il nostro contributo agli altri renderà la nostra vita davvero degna di essere vissuta. Grazie Cecilia e permettimi di dirti che apprezzo molto tutto ciò che stai facendo per coinvolgere chi è curioso e ha deciso di portare nella propria vita la bellezza.
R. Romagnoli P. M. Biava, Happy genetica. Dall’epigenetica alla felicità, EIFIS editore, 2018, pp. 180, € 19.00