La linea d’ombra. Un passaggio universale
“Solo i giovani hanno di questi momenti. Non parlo dei giovanissimi. No. I giovanissimi, per essere esatti, non hanno momenti. E’ privilegio della prima gioventù di vivere in anticipo sui propri giorni, in tutta una bella continuità di speranze che non conosce pause né introspezione. Ci chiudiamo alle spalle il cancelletto della fanciullezza – ed entriamo in un giardino incantato. Qui perfino le ombre risplendono di promesse. Ogni svolta del sentiero ha le sue seduzioni. E non perché sia una terra inesplorata. Sappiamo fin troppo bene che tutti gli uomini sono passati di qui. È il fascino di un’esperienza universale da cui ci attendiamo sensazioni non comuni o personali – qualcosa che sia solo nostro. Andiamo avanti eccitati, divertiti, riconoscendo i segni lasciati intorno a noi da chi ci ha preceduti, accettando insieme la buona e la cattiva sorte – le rose e le spine, come si suol dire – lil pittoresco destino che riguarda tutti gli uomini e che riserva così tante possibilità ai più meritevoli o, forse, ai più fortunati. Sì. Andiamo avanti. E anche il tempo va avanti – fino a quando distinguiamo di fronte a noi una linea d’ombra che ci avvisa che bisogna lasciarsi alle spalle anche la regione della prima giovinezza.”
Paolo Giordano, l’autore de “la solitudine dei numeri primi”, per intenderci, lo definisce “uno degli incipit più belli della letteratura”, un’opinione che io condivido. In queste poche righe Conrad fa una distinzione importante tra i “giovanissimi” e i “giovani”; non un esercizio di sofisticazione, ma una distinzione sostanziale tra due momenti che si succedono senza soluzione di continuità temporale e anagrafica, ma caratterizzati da un mutamento interiore profondo. È un passaggio che avviene senza modifiche esteriori evidenti e, secondo Conrad anche in modo casuale, senza preavviso. Ci si accorge di questo attraversamento solo perché, all’improvviso, tutto ciò che prima andava bene non è più sopportabile, diventa motivo di insofferenza. Poi c’è un secondo passaggio, altrettanto se non addirittura più importante, che impone il superamento della “linea d’ombra” che dà il titolo al racconto di Conrad.
La vicenda raccontata è quella di un giovane ufficiale che, a un certo punto, abbandona la nave sulla quale prestava servizio da molti anni senza alcun motivo. Scende a terra, sprofonda nella noia e aspetta. Aspetta fino a quando arriva un nuovo incarico, questa volta come capitano di un’altra nave, ed è su questa seconda nave che inizia la sua vera esperienza iniziatica, di crescita, di passaggio verso l’età adulta.
Questo libro è un viaggio di poco più di centocinquanta pagine che racconta un viaggio in mare che a sua volta è la metafora del viaggio della crescita del protagonista e di tutti noi. Conrad ci racconta un vero e proprio passaggio, quello che le tribù primitive celebrano con un rito di iniziazione, una prova stabilita, superata la quale non si è più ciò che si era prima.
La linea d’ombra rappresenta un limite e superarla significa sfidare quel confine oltre il quale non ci siamo mai spinti prima. È l’andare oltre la dimensione di ciò che è noto e che ci definisce per ciò che siamo, per entrare in una realtà altra e oltre all’interno della quale diventiamo ciò che non siamo ancora. Se per il mondo della scienza (e non solo) superare i limiti significa progredire, per il protagonista del racconto di Conrad, del quale non conosciamo nemmeno il nome, superare le prove della vita significa crescere, diventare adulto.
Tutti noi abbiamo affrontato le tappe della crescita e tutti noi, a un certo punto, ci siamo trovati di fronte alla linea d’ombra. Crescere, diventare adulti, significa passare dalla giovinezza spensierata all’età matura, un periodo che di solito è più tormentato e consapevole. Essere giovani significa coltivare sogni, essere adulti significa assumersi responsabilità. Solcare le onde, attraversare il mare, navigare, sono tutte metafore dell’attraversamento delle fasi della vita. E più la navigazione è accidentata, più la consapevolezza diventa grande.
“La gente ha una grande opinione sui vantaggi dell’esperienza. Ma sotto un certo profilo, esperienza significa sempre qualcosa di spiacevole, in contrasto con il fascino e l’innocenza delle illusioni”
Un romanzo di iniziazione e di formazione che ho letto la prima volta al liceo e che ho riletto proprio in questi giorni. Un romanzo che merita di essere letto e riletto.
J. Conrad, La linea d’ombra, Feltrinelli, 2014, pp. 180, € 8.00