Esercizi di memoria. Un’autobiografia insolita
“Ogni mattina alle sette, lavato, sbarbato, vestito di tutto punto mi siedo al tavolo del mio studio e scrivo. Sono un uomo molto disciplinato, un perfetto impiegato della scrittura. Forse con qualche vizio, perché mentre scrivo fumo, molto, e bevo birra. E scrivo, io scrivo sempre“.
Questa è la descrizione che Andrea Camilleri fa di sé, nel libro “Esercizi di memoria”. È scrittore di professione, ma soprattutto per passione e la cosa peggiore che possa capitare a chi scrive sempre è ritrovarsi, all’improvviso, nella condizione di non poterlo più fare per colpa della cecità. Ma come ogni vera grande passione che non ti permette di vivere senza assecondarla, Camilleri trova una soluzione e inizia a dettare ciò che qualche tempo fa avrebbe scritto da solo. “Esercizi di memoria” è il libro con il quale questo scrittore, che io considero meraviglioso, ci racconta il suo ritorno alla dimensione dell’oralità.
Per raccontare occorre ricordare e per ricordare sono indispensabili gli esercizi di memoria. 23 racconti pensati in altrettanti giorni. Tutti episodi di vita vissuta che lo hanno coinvolto in prima persona e che permettono a chi legge di rivivere la storia dell’Italia che, sullo sfondo, compare silenziosa ma sempre riconoscibile. Camilleri sa che la memoria è l’unica fonte alla quale può attingere per costruire il racconto delle immagini e farle rivivere non solo per sé ma anche per gli altri.
“L’ideale della mia scrittura è di farla diventare un gioco di leggerezza, un intrecciarsi aereo di suoni e parole. Vorrei che somigliasse agli esercizi di un’acrobata che vola da un trapezio all’altro facendo magari un triplo salto mortale, sempre con il sorriso sulle labbra, senza mostrare la fatica, l’impegno quotidiano, la presenza del rischio che hanno reso possibili quelle evoluzioni. Se la trapezista mostrasse la fatica per raggiungere quella grazia, lo spettatore certamente non godrebbe dello spettacolo.”
Direi che se questo era il suo obiettivo, Camilleri lo ha raggiunto in pieno. Non c’è nessuna malinconia, non c’è rimpianto e non c’è nostalgia. Nei 23 racconti c’è il solito Camilleri, ironico e brillante, intelligente e acuto, che fornisce uno spaccato della sua esperienza di vita con il solo desiderio di ricordare e condividere con il lettore. Non dimentichiamoci che nella cultura orale antica gran parte dell’esperienza narrativa stava nella sinergia tra il narratore e il suo pubblico che rendeva possibile la compartecipazione alla storia, oggetto del racconto.
Leggere gli “Esercizi di memoria” è un po’ questo, rivivere insieme a chi racconta i personaggi che sono sempre veri, le situazioni, i fatti realmente accaduti e le atmosfere. Camilleri ricorda nel vero senso della parola e racconta con la maestria e l’abilità di sempre. Un altro particolare che impreziosisce questo libro, sia dal punto di vista dei contenuti sia sul piano della veste editoriale, è la presenza di disegni a colori che illustrano, questa volta davvero per immagini, ciò che le parole del grande Andrea descrivono.
“perché non chiedere a sei tra i più apprezzati illustratori italiani, di differenti generazioni, di contribuire con un disegno che potesse rappresentare il ‘sentimento’ del mio libro? Vi chiederete: e perché mai, essendo appunto diventato cieco, l’idea di avere delle illustrazioni che non avrei mai potuto vedere mi ha convinto a pubblicare i miei esercizi? Perché io ho sempre amato l’arte, perché io quando non ne posso più del buio nel quale sono costretto, mi ristoro nel ricordarmi pennellata dopo pennellata l’immagine dei quadri che ho più amato e così nella mia mente tornano i colori.”
Un’ultima cosa: volete sapere a chi si è ispirato Camilleri per creare il commissario Montalbano? Allora dovete proprio leggere questo libro, perché se è vero, come dice il grande Bruno Munari, che il pensiero pensa e l’immaginazione vede, Andrea Camilleri è sia pensiero che immaginazione.
A. Camilleri, Esercizi di memoria, Rizzoli, 2017, pp. 242, € 18.00