Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro
Tutti quanti, se parliamo di rivoluzione scientifica, abbiamo ben in mente Galileo, Copernico e Einstein. Quasi nessuno pensa ad Anassimandro, il pensatore greco che vive a Mileto nel VI sec a.C. Carlo Rovelli, in questo libro “Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro”, con la chiarezza e la competenza che lo contraddistinguono, richiama la nostra attenzione su colui che
“apre la strada alla fisica, alla geografia, allo studio dei fenomeni meteorologici e alla biologia”.
Rovelli è uno scienziato, ed è proprio da questo punto di vista che ci racconta il ruolo fondamentale che ha avuto il pensiero di questo suo collega che “apre il processo di ripensamento dell’immagine del mondo”.
Fino ad Anassimandro il fondamento di qualsiasi sapere, non solo di quello scientifico, affonda le proprie radici nel mito e nel divino. L’unica spiegazione accettata è, di fatto, l’unica ritenuta possibile e che, per definizione, non può in nessun modo essere indagata o messa in discussione. E proprio qui sta la rivoluzione del pensatore di Mileto.
“Anassimandro fa una proposta metodologica precisa per spiegare il cosmo: propone un sistema di spiegazione dei fatti del mondo in termini delle cose del mondo.”
L’approccio al sapere è per la prima volta di natura scientifica, nel senso che non c’è più una accettazione passiva di un sapere dato per scontato le cui ragioni stanno in una dimensione altra e oltre. Anassimandro comincia a porsi domande scomode, domande che mettono in discussione il sapere del suo presente.
“La conoscenza nasce da un atto di ribellione, rispettosa ma profonda, contro il sapere del presente.”
Questa è la grande intuizione di Anassimandro che è anche la sua rivoluzione.
È la capacità di porsi le domande giuste, che consentano di costruire una alternativa “consistente e credibile” alla vecchia immagine del mondo che diventi un modo migliore, più evoluto di pensarlo, di guardarlo.
È vero, nel pensatore di Mileto mancano completamente l’idea di cercare leggi matematiche e l’idea di esperimento, che oggi sono alla base del pensiero scientifico, ma nonostante questo,
“Il progetto di Anassimandro è diventato nelle mani dei suoi successori un programma capace di uno sviluppo senza fine e, nella sua incarnazione moderna, ha prodotto il più grande sviluppo di conoscenza che il mondo ha conosciuto. In un certo senso, il suo progetto privato è diventato la grande ricerca di conoscenza del mondo.”
Senza Anassimandro tutto ciò che è successo nella scienza, fino ai giorni nostri, non sarebbe stato possibile.
Giusto per citare alcune delle intuizioni attribuite ad Anassimandro, sappiate che è stato il primo a comprendere che i fenomeni meteorologici hanno cause naturali. È stato lui a capire che non solo la Terra è un corpo di dimensione finita che galleggia nello spazio, ma ha intuito anche perché galleggia e non cade. Ha disegnato la prima cartina geografica e ha introdotto lo gnomone ovvero il bastone che, piantato verticalmente, permette di ricavare l’altezza del sole sull’orizzonte misurando la lunghezza dell’ombra.
Rovelli sostiene, ritengo giustamente, che la scienza sia
“la scoperta che il segreto della conoscenza è molto semplicemente essere aperti a imparare.”
La credibilità della scienza non sta nella capacità di offrire risposte definitive, ma nel fornire la migliore risposta possibile nel presente in cui siamo. È questo il motivo per cui il progresso, non solo scientifico, è possibile solo se si mettono in discussione le conoscenze attuali per ridisegnare il sapere stesso. Progredire nel sapere non significa rinnegare le conoscenze acquisite in precedenza, ma partire dagli errori e dai punti deboli di ciò che si sa e riformulare le domande di partenza, per ottenere risposte diverse, più evolute, più soddisfacenti.
“Se vuoi continuare la strada della conoscenza, non devi riverire il maestro, studiare e sviluppare i suoi insegnamenti: devi cercare i suoi errori.”
È questo che ha capito e iniziato a fare Anassimandro. È questo che deve fare chiunque voglia progredire nell’acquisizione del sapere e della conoscenza.
C. Rovelli, Che cos’è la scienza. La rivoluzione di Anassimandro, Mondadori, 2017, pp. 212, € 14.00