Paolo Schianchi non esiste. Tempo, immagine, identità, verità e parola in rete
Paolo Schianchi non esiste. Un romanzo che è, già nel titolo, una provocazione, una sfida. Ho avuto il piacere e l’onore di leggere questo libro durante la sua genesi e, fin da subito, ne sono rimasta affascinata. Tempo, immagine, identità, verità e parola nella cultura post-web sono le parole chiave dell’epoca in cui siamo immersi e di questo romanzo, con il quale Paolo Schianchi tenta di spiegarne il senso. Parlare di web in un romanzo, un genere letterario che esiste da sempre, geniale vero? Ma ancora più geniale è che l’autore ci riesce alla perfezione.
Di solito, quando si parla di un romanzo se ne racconta la trama. In questo caso, volutamente, evito di farlo, perché non voglio rivelare nulla della magia di quest’opera. Vi dico solo che si tratta di un romanzo con una struttura unica, nel quale si muovono quattro personaggi principali: Thomas, Emma, Greta e Max. Una architettura che contiene quattro storie che possono essere lette nell’ordine in cui ce le propone l’autore, oppure con una sequenza personale, libera. Che la lettura inizi dal mezzo o dalla fine, non ha importanza. Il romanzo funziona ugualmente, perché Thomas, Emma, Greta e Max raccontano ciascuno la propria storia che vive e ha un senso da sola, ma anche nell’insieme. I quattro protagonisti hanno una identità e un’esistenza autonome, ma acquistano ancora più significato nelle interazioni di ciascuno di loro con tutti gli altri. Il compito che Paolo assegna a ciascun personaggio è rendere narrativi i cinque principi del web,
“le cinque parole chiave della comunicazione contemporanea”.
Le parole si animano e si raccontano, coinvolgendo il lettore che diventa attore protagonista di una realtà che esiste e prende forma attraverso l’interazione degli immaginari e delle strutture culturali e interpretative che mette in campo ogni volta che entra in relazione con una verità che non è la sua, ma non per questo, è meno degna di attenzione.
Cicerone diceva sempre “rem tene; verba sequentur”, ovvero “padroneggia l’argomento e le parole per spiegarlo verranno da sole”.
Paolo Schianchi è la conferma della veridicità di questa affermazione. Il suo scopo con questo romanzo è trascinarci
“in un susseguirsi di parole che diventano raffigurazioni, per apprendere, in modo facile e diretto, i principi fondamentali della comunicazione post-web”.
Direi obiettivo centrato!
Eric Schmidt afferma che
“internet è la prima cosa che l’umanità abbia costruito, che l’umanità stessa non comprende. Il più grande esperimento di anarchia che sia mai stato fatto”.
Dopo la lettura di questo romanzo sono sicura che non sarete più totalmente d’accordo con Schmidt. Tempo, immagine, identità, verità e parola vi saranno senza dubbio più familiari. Attenzione però, perché, come dice Greta, “la verità non è univoca, ma un caleidoscopio della realtà” e il segreto sta nel non cercare risposte, ma nel riempirsi di domande.
P. Schianchi, Paolo Schianchi non esiste, Dario Flaccovio editore, 2017, pp. 168, € 22.00