The carpenter. Il vero leader pensa come un artigiano
“A causa del troppo stress, un giovane imprenditore di nome Michael, si ritrova in ospedale dopo essere crollato mentre faceva jogging. Al suo risveglio trova, insieme alla moglie nonché business partner Sarah, il biglietto da visita di J., un carpentiere che gli ha prestato soccorso salvandogli la vita. Durante i giorni forzati di convalescenza, Michael ha l’occasione di conoscere meglio J., che inizia a fare un lavoro a casa sua, trovando in quest’uomo un mentore, una persona che aiuta gli altri a ricostruire la propria vita, la carriera, e molto di più. Nel corso della sua “iniziazione”, Michael cercherà di salvare la sua propria attività, affrontando avversità, paure e perdite.”
Questa è la storia che ci racconta Jon Gordon che, in modo semplicistico, potremmo definire un motivatore. In realtà, con The carpenter, l’autore ci mette a disposizione ben di più di un semplice manuale per avere successo. Questa è una parabola, un insegnamento con il quale trasmettere un messaggio. Gordon ci racconta una storia dalla quale il lettore può trarre spunti ed analogie con la propria condizione reale, mentale o emotiva, e decidere di provare a cambiare ciò che non funziona e che preoccupa. J. il falegname è il maestro, Michael è chiunque di noi si riconosca nelle sue condizioni. Non voglio anticipare nulla circa la strategia di vita che Gordon propone, perché è una lettura talmente bella che merita di essere fatta senza alcuno spoiler.
Il tema è intuitivo, è vero, ma in questo caso è la storia stessa che ha un suo perché, anche senza andare oltre la narrazione in quanto tale.
Il punto di partenza, per qualsiasi cambiamento, è sempre un momento di crisi; non è un caso che alcune culture utilizzino la stessa parola ‘crisi’ per definire anche un’opportunità. In greco krísis è la scelta, la decisione che occorre prendere di fronte a una situazione che non è più sostenibile. Prendere coscienza della propria condizione di disagio è, senza dubbio, un ottimo punto di partenza. Importante è anche saper ascoltare chi può aiutarci. Per risolvere qualsiasi problema occorre avere distacco critico e difficilmente, chi vive in prima persona una situazione critica, è in grado, da solo, di compiere una analisi lucida che porti all’individuazione di una strategia risolutiva. Questo vale nel lavoro, qualsiasi sia il ruolo svolto in azienda, e nella vita.
Gordon utilizza J. il falegname per trasmettere un messaggio molto forte che parte dalla ridefinizione del concetto di leadership.
“La maggioranza delle persone, inclusi i manager, credono che la leadership sia definita dalla posizione e dal ruolo che ricoprono.”
Qui sta il primo grande errore, perché la leadership non è uno status sociale o aziendale, ma un modo di essere. Per avere successo nel lavoro come nella vita l’atteggiamento chiave è aiutare gli altri.
“Il vostro primo lavoro nella vita non è giudicare e valutare le persone, ma aiutarle ad avere successo in qualsiasi cosa stiano facendo. In altre parole, il successo è fatto per essere condiviso.”
La vera leadership è un modo di essere basato sull’altruismo. Occorre un cambiamento radicale del punto di vista. Passare dall’io al noi, perché ciascuno di noi può riconoscersi ed essere riconosciuto in un contesto relazionale solo se inserito in un sistema di interazioni positive, grazie alle quali il miglioramento del singolo è possibile attraverso il miglioramento del gruppo e viceversa.
Le tre parole della strategia del falegname sono Love, Serve, Care. Il vero leader è colui che sa tirare fuori la grandezza degli altri e che capisce l’importanza di prendersi cura delle persone e delle cose. Facile o difficile? In realtà non si tratta di dare una valutazione della strategia proposta, si tratta piuttosto di capirne la filosofia nella consapevolezza che solo sul vocabolario successo viene prima di sudore.
J. Gordon, The carpenter, Antipodi editore, 2017, pp. 147, € 13.00