La scimmia nuda
“Esistono centonovantatre specie viventi di scimmie con e senza coda; di queste, centonovantadue sono coperte di pelo. L’eccezione è costituita da uno scimmione nudo che si è auto chiamato Homo Sapiens. Questa razza eccezionale ed estremamente capace trascorre molto tempo ad esaminare i propri moventi più nobili e altrettanto ad ignorare quelli fondamentali” (Desmond Morris)
Queste sono le parole dell’autore che introducono il tema del libro e che, almeno in parte, spiegano la scelta del titolo. È un saggio del 1967 che affronta in modo scientifico, ma anche insolito, un tema complesso e affascinante quale l’evoluzione. La novità del punto di vista sta nel fatto che lo scimmione nudo si è autodefinito Homo Sapiens, ma in realtà è il risultato fortunato di un processo di evoluzione in qualche modo speciale che, di fatto, non lo rende nulla di più di un primate. All’atto pratico significa che, sulla base di questo approccio, molti dei nostri comportamenti più comuni, spesso inconsci, non sono altro che il frutto di adattamenti evolutivi della nostra specie. Comportamenti i nostri che differiscono nelle manifestazioni esterne da quelle delle scimmie pelose, ma che rispondono alle stesse logiche. I capitoli del trattato prendono in esame, partendo dalle sue origini, i vari aspetti del comportamento sociale dell’uomo, l’alimentazione, la riproduzione, l’allevamento dei figli e molti altri aspetti, impostando il confronto con le scimmie, i nostri parenti più stretti. Confronto che evidenzia quasi sempre risultati davvero sorprendenti o, quanto meno inaspettati. Alcune soluzioni interpretative andrebbero sicuramente aggiornate, come affermare che il lavoro è l’evoluzione sociale che ha sostituito la caccia e che, per questo motivo, è un’attività prevalentemente maschile. Forse, e dico forse, questa lettura aveva un senso nel ’67. Oggi la situazione è molto cambiata sia rispetto al fatto che il lavoro sia prerogativa principalmente maschile, sia rispetto al fatto che possa essere considerato una evoluzione dell’attività di caccia. In molti altri casi però, è davvero strano riconoscersi nelle osservazioni dell’autore e sentirsi inevitabilmente un po’ “scimmia”.
Lo stile è facile e divulgativo, ma per nulla banale e banalizzante. È una lettura accessibile a chiunque sia curioso di sapere come mai siamo diventati, prima di qualsiasi altra cosa, delle scimmie nude.
Desmond Morris, La scimmia nuda, Bompiani, 2003, 269 p, € 10.20